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Case Cipe cadono a pezzi, la disperazione di una pensionata, dopo il crollo di parte del balcone dell’alloggio sovrastante

Siracusa- “Vivo con l’ansia che possa venir giù qualche altro calcinaccio e mi sento oppressa nel dover rimanere chiusa in casa, senza potermi affacciare o stendere.  L’unica boccata d’aria che prendevo, fino ad un mese fa, essendo rimasta da poco vedova e con i figli lontani, era proprio dal balcone di casa mia,  che oggi è impraticabile perché è venuta giù un terzo della copertura che rivestiva il balcone della vicina al piano di sopra. Nessuno, nonostante le mie numerose telefonate, è venuto ad aiutarmi a sistemarlo.. A parlare con la disperazione negli occhi, il tremolio di chi affronta un disagio, la voce spezzata dal pianto del sentirsi resi “impotenti” dall’età avanzata, è un’anziana siracusana, la signora Teresa Giannì in Petrolo, che ci ha raccontato di sentirsi “sepolta viva”, perché da quando è praticamente crollato sul suo balcone quello dell’abitazione sovrastante le è impedito l’unico contatto con l’esterno che aveva, a parte fare la spesa quando le forze glielo consentono. Il distacco, i cui resti sono rimasti accatastati sul pavimento del terrazzino, si è verificato diverse settimane fa, in una palazzina Cipe di via Don Luigi Sturzo, al 13/B. Pare che la signora abbia richiesto l’intervento dell’amministrazione per il ripristino delle condizioni di sicurezza, ma a parte transennare l’area condominiale sottostante, nessun intervento di recupero è stato fatto e l’anziana donna non dispone delle risorse economiche per poter agire autonomamente. “ Sono una pensionata, con la pensione di reversibilità del mio povero marito non posso fare altro che mangiare e pagare le bollette, incluso il canone d’affitto di questo alloggio, che ho sempre saldato  regolarmente.  Forse però non dovevo – dichiara la donna-  visto che ora che ho denunciato un problema grave nessuno mi offre l’aiuto che è nei miei diritti di contribuente. Questo mese mi sa che salto il pagamento, tanto è inutile essere corretti e regolari. A quanto pare anche chi paga subisce la stessa indifferenza di chi si rende inadempiente”. “ Sa – racconta nonna Teresa- cosa mi hanno detto al telefono? Signora, chiami una ditta e si faccia aggiustare i danni, anticipi lei. Prenda i calcinacci e li getti via”. “Ma dicono davvero? – s’indigna l’anziana- ma se io non ho i soldi posso morire schiacciata da un sasso che si distacca? E se succede  ciò, chi mi restituirà la vita? Io so di essere destinata a morire, ma vorrei farlo di morte naturale, non perché tutti ignorano i miei problemi. Io ho la casa con le mattonelle traballanti per le infiltrazioni d’acqua e spesso scivolo mentre faccio le pulizie, spesse volte si intasano le colonne condominiali e i bagni vanno in tilt: quando era vivo mio marito riuscivamo a fare qualche lavoretto, ma ora sono sola, capitemi, non riesco proprio   a sbrigarmi queste cose. Aiutatemi”. Il Consiglio di Quartiere Acradina, avvisato il presidente Paolo Bruno, questa mattina ha raccolto il materiale fotografico per inoltrare istanza al Comune.

Mascia Quadarella

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Giornalista