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Giganti punta alla poltrona di primo cittadino al Vermexio, ma si accontenterebbe di guidare il Comando della Polizia municipale

Siracusa- “Reputo nel panorama politico locale di poter rappresentare la vera destra sociale, quella in grado di mettere al centro del proprio mandato amministrativo le persone, il lavoro e la famiglia”. A parlare è Giuseppe Giganti, fondatore di “Italiani in movimento”, che qualche giorno fa ha ufficializzato la sua candidatura a sindaco di Siracusa, supportato anche da un’altra componente di destra, Fronte Nazionale, guidato da Pietro Roccaro.
Giganti, dunque, ci riprova, a distanza di circa un decennio a raggiungere la vetta più alta di Palazzo Vermexio. La sua, però, ha più l’aria di una sfida, di una provocazione, una delle tante a cui ci ha abituati nel tempo, dato che i numeri e i pronostici, allo stato attuale, non deporrebbero certo a suo favore, o di quanti pensano di andare avanti da soli, con le proprie forze, che risultano deboli rispetto ai grandi schieramenti trasversali che si stanno formando a sostegno di candidati giudicati più competitivi.
Nell’eventualità di apparentamenti di fine corsa, Giganti conferma di non ambire ad un posto in giunta.
“Non vorrei assegnati né una rubrica assessoriale- confessa- né un  incarico di sottogoverno. Allo stesso tempo- dice- non nego il desiderio, dettato da una pregressa esperienza come ufficiale dell’esercito, di poter guidare il Comando della Polizia municipale, per fare ritornare il vigile urbano una figura amica della cittadinanza e non il dispenser di multe. Servono tutori della sicurezza, maggiormente presenti nel territorio”.
Focalizzando l’attenzione sui quartieri popolari, Giganti, parla di abbandono e degrado, determinati proprio dalla distanza, dalla mancata presenza delle istituzioni.
“Vorrei- conclude- contribuire a rendere parteci tutti i cittadini nella competizione elettorale in corso e della vita politica che ne scaturirà perché la gente ha bisogno di stimoli, di essere coinvolta, oggi appare apatica, rassegnata al peggio”.                                                                                                                                                    Mascia Quadarella

 

 

 

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Giornalista