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“Sistema Siracusa”, Garozzo: “Ho agito da sindaco a difesa della città, sapevo che avrei potuto pagarla cara, ma la giustizia ha trionfato”.

Siracusa- Altro che sassolini dalle scarpe, il sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, questa mattina, durante una conferenza stampa appositamente convocata, forte dell’esito dell’inchiesta condotta da tre procure italiane (Roma, Messina e Milano) sull’ormai notorio “Sistema Siracusa”, si è tolto un macigno dallo stomaco. Un boccone amaro, ingoiato per tre lunghi anni, caratterizzati da attacchi e  da  colpi bassi incassati, a suo dire,  spesso tacendo, e per liberarsi del quale ha atteso il momento giusto: quello  arrivato nei giorni scorsi assieme agli arresti eccellenti di avvocati del foro siracusano e magistrati, che tentavano di “manovrare” l’apparato giudiziario per fare interessi privati.
Col sorriso della soddisfazione, quella del lieto fine, per chi, come lui aveva ingaggiato una battaglia senza conoscere i “veri nemici” che avrebbero forse voluto “fare fuori” la sua amministrazione, risultata probabilmente scomoda nelle dinamiche del “sistema”, il primo cittadino ha rimandato “con gusto” ai mittenti le controaccuse, annunciando la costituzione del Comune come parte civile, per ottenere un risarcimento per il grave danno d’immagine subito, quando la macchina del fango aveva investito il Palazzo di città e diversi dei suoi protagonisti.
“Siracusa- ha spiegato il sindaco- è finita in questo tritacarne per il caso Open Land. Abbiamo subito, negli ultimi tre anni, come amministratori, degli attacchi spregiudicati, per fortuna, soltanto da una parte della magistratura. Ci hanno fatto passare per la città più indagata d’Italia, creando a tavolino, come emerso da alcune intercettazioni degli indagati, gli avvisi di garanzia”.
“Noi- sottolinea Garozzo- a questi danni subiti, risponderemo in maniera netta e forte con la costituzione di parte civile e chiederemo i danni anche d’immagine per la città di Siracusa, che non meritava di certo un trattamento di questo tipo”.
“Mi sento – confessa il primo cittadino aretuseo, a specifica nostra domanda- più che riscattato, uno dei pochi politici che, assieme ai membri della giunta che mi sono stati vicini e alla deputata nazionale Sofia Amoddio, hanno affrontato seriamente il problema. Altri politici sono stati silenti, hanno fatto finta di non vedere quello che stava succedendo. A tal proposito- incalza Garozzo- io mi chiedo se un politico non è presente quando c’è da difendere il proprio territorio, come in questo caso da un’aggressione che valeva 25 milioni di euro, quale è il suo ruolo, in quanto eletto dal popolo per fare gli interessi della comunita’?
Alla nostra domanda, forse scontata ma che cade a pennello con quest’ultima dichiarazione: “Pensa di ottenere effetti elettorali a suo favore dall’esito di questa vicenda?”, Garozzo ha risposto senza tentennamenti: “ Quando io ho iniziato questa battaglia non ho affatto tenuto conto degli effetti elettorali. Io ho stima per Massimo Carrubba, ex sindaco di Augusta, e so che su argomenti di questo tipo, gliel’hanno fatta finire male e lui è davvero un galantuomo. Quindi, avevo messo in conto anche io di poterla pagare cara, ma ho agito nel mio ruolo di sindaco, e il mio compito era ed è quello di fare gli interessi della città. Francamente me ne sono fregato del consenso”.
Il mio rapporto con il PD? In questo momento- dice con grande convinzione e serenità- il mio rapporto con il Pd a livello locale non esiste. Io intrattengo rapporti e dialogo soltanto con il PD nazionale, che sta vivendo questo momento come una vittoria, di cui portare la medaglia al petto”.

 

Mascia Quadarella

 

 

 

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Giornalista