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36 enne di Rosolini arrestato per femminicidio. Lo scorso 7 marzo finse lo scoppio di una bombola in casa, ma sarebbe stato lui ad appiccare il fuoco sulla compagna,poi deceduta

Pachino- Avrebbe appiccato il fuoco sulla propria convivente, lo scorso 7 marzo,  nella casa  in cui viveva anche il  loro  figlio minorenne,  provocando la morte della donna per le gravi  ustioni riportate, tentando  poi di fare  credere che  fosse esplosa accidentalmente  in casa una bombola di gas, che serviva ad alimentare il fornellino da campeggio con cui stavano cucinando.

A seguito di lunghe e complesse indagini, però,  questa mattina,  con una serie di capi d’accusa oltre il  femmininicidio, è finito in carcere Sebastiano Iemmolo, 36 enne di Rosolini.

Ad eseguire l’ordine di carcerazione, emesso dalla Procura della Repubblica di Siracusa, nei confronti del presunto responsabile, noto a Rosolini per la sua litigiosità,  sono stati gli agenti del commissariato di Polizia di Pachino, che hanno seguito il caso.

La vittima era una giovane  31 enne del posto, Laura Pirri,  deceduta, lo scorso 25 marzo, all’ospedale civico  di Palermo, dopo 18 giorni di agonia.

Le modalità di quello che voleva essere fatto passare per un incidente domestico, però, non avevano convinto i familiari della donna deceduta, che in passato avrebbe già subito le prevaricazioni e i comportamenti vessatori dell’uomo con cui aveva vissuto e che oggi è accusato di essere il suo presunto omicida.

In effetti, la madre della ragazza accorsa  in  aiuto della figlia  avrebbe nell’immediato raccolto la testimonianza del nipotino, che terrorizzato, per la crudele scena a cui era stato costretto ad assistere, accusava il padre di aver appiccato l’incendio.

Una versione che però, l’accusato e la nonna paterna avevano tentato di far ritrattare al minore, intimorito dallo straziante delitto che aveva visto consumare sotto i suoi occhi increduli.

Tentativi rilevati dagli investigatori nel corso di intercettazioni telefoniche ed ambientali eseguite durante le indagini.

Infatti, proprio le conversazioni intercettate in cui si ascoltano Iemmolo, il figlio e la madre dell’indagato, protesi a concertare una versione di comodo, hanno consentito di ricostruire anche il movente dell’omicidio, portato a compimento per pochi euro negati dalla vittima all’accusato.

Iemmolo, stando alle contestazioni contenute nell’ordinanza emessa dal Gip,  dovrà rispondere oltre che di omicidio aggravato da futili motivi, maltrattamenti in famiglia, lesioni personali,  anche di  incendio e calunnia.

L’uomo avrebbe appiccato il fuoco all’autovettura, una  Fiat 500,  di proprietà di un vicino di casa e per avere denunciato ai Carabinieri di Rosolini, e incolpato, il medesimo vicino di casa, sapendolo innocente, del reato di lesioni personali, aggravate dal fatto che Laura Pirri veniva indotta a dichiarare falsamente di essere in stato di gravidanza.

Mascia Quadarella

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Giornalista