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Archiviata con successo l’8° edizione di Ares-Siff

Archiviata con successo di pubblico e di critica l’8° edizione dell’Ares Siracusa international film & Media festival, quest’anno concentrato  in un’unica serata. Le pellicole in concorso, al  cui bando non hanno però  risposto registi locali, sono state ispirate a temi d’attualità scottante, come quello dell’ immigrazione e le conseguenze umane ma anche urbane, sociali e culturali, a volte pure disastrose,  che ne derivano. Il patron della rassegna, Antonio Casciaro e gli altri membri della giuria internazionale hanno ieri proceduto alla premiazione dei primi classificati, dettagliando la scelta con delle puntuali e approfondite motivazioni.

“Un festival  – ha dichiarato Casciaro- che cerca di intercettare la fluidità del mondo contemporaneo, cercando di porla alla riflessione sia estetica che cognitiva dello spettatore; non per abbandonarsi passivamente a essa. Un festival alla ricerca di frammenti da ricomporre, frammenti-puzzle di tutto il mondo. Per questo un concorso internazionale, senza generi né durata”. ” Si tratta di un  concorso –flusso. Una rassegna plurale.Un insieme di idee emergenti da un caos apparente, un insieme continuo di film che pone una sfida alla capacità umana di mettere ordine, di dare significato, di ricostruire senso. Un senso non solo locale, ma anche internazionale, interculturale. Una rassegna-concorso capace di rappresentare le esigenze di un mondo sempre più interconnesso e allo stesso tempo con esigenze di diversità, di libertà”. “Pluralità – ha continuato –  per l’appunto. Una diversità capace di proporre, all’approccio mainstraming imperante, punti di vista altri, giovanili, freschi, pregni di sperimentazione e innovazione. Un festival che pone allo spettatore il ruolo dell’immagine in quanto tale, al di là della fabula e della trama-struttura. Elogio dell’immagine in movimento e della sua insita natura narrativa”. 

 

PREMIO MIGLIOR FILM

 

 

Jazz etude / Elena Gladkova / Russia / 2014Il film è un inno alla

creatività che è libera, refrattaria ad ogni regola o disciplina. Un film ironico e intuitivo. La regista con questo lavoro è riuscita a cogliere l’esigenza di un popolo che – possedendo l’arte della musica – ha la capacita di affrontare in modo propositivo il sistema, a volte asfissiante, delle regole. Un film che mediante la rappresentazione della capacità umana del divertimento riesce a modificare la percezione dello status quo per immaginare un mutamento sociale.

 

PREMIO RESPONSABILITA’ SOCIALE

Le cimetière des marionnettes / Elena Molina / Spagna, Burkina Faso / 2014

Il film merita il premio per l’attenzione rivolta dalla regista al tema del riscatto (tutto imperniato sull’idea dello “scarto” e della sua “valorizzazione”).

 

 

PREMIO INTERPRETAZIONE DELLA CONTEMPORANEITA’

Gyes / Duygu Nazlı Akova / Turkey / 2016

Il film affronta in modo molto originale il tema delle trasformazioni urbane e il conseguente mutamento degli scenari sociali a Istanbul. Il regista sviluppa il tema attraverso un linguaggio originale che formalmente si rifà al cinema strutturale anni 70, con un’inquadratura fissa che diventa immagine pittorica in movimento, tipica dell’arte contemporanea. Attraverso il riflesso della città e dei suoi cantieri viene generata l’immagine di Gyes, il gigante mitologico nato dall’unione tra Urano (il cielo) e Gaia (la terra), che simboleggia il catastrofico destino della megalopoli in continua espansione.

 

 

PREMIO INNOVAZIONE LINGUAGGIO

Refugee camp / Saeed Naghavian / Iran / 2016Il regista è stato molto originale e innovativo pur utilizzando una tecnologia tutto sommato semplice (una videocamera e un paint), un film senza il bisogno di telecamera ma solo il video del monitor; uno spazio virtuale, un ambiente lavorativo con tutti gli utensili da lavoro; una idea che funziona con e per mezzo di tutto il desktop. Un film grafico con un messaggio molto forte e attuale.

 

MENZIONE SPECIALE

Postcard to Godzilla / Louis Fried / Germany / 2015

Per la particolare combinazione di suoni e immagini che ricorda il messaggio di John Cage e il suo pensiero sul concetto di rumore e suono. Il film non segue una trama precisa, ma il porto a un certo punto si anima e prende vita generando una vera e propria sinfonia, quasi un concerto. Ci si cala in un’atmosfera un po’ surreale (a tratti quasi distopica) fatta di silenzi e suoni meccanici, stridenti. E ritorna John Cage… i rumori difatti sono parte integrante della vita, sono nel mondo e diventano suoni. Questi suoni a volte ci affascinano a volte ci disturbano, come in questo caso. Potremmo definire questo film la rappresentazione sonora di un pensiero sfuggente.

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Giornalista