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Cna in una riunione congiunta SR e Rg ha affrontato i problemi dei gestori delle strutture balneari

Siracusa/Ragusa- Ha registrato il “sold out” di posti a sedere, ieri, al Mercato di Ispica che ha ospitato l’iniziativa, la prima assemblea congiunta Ragusa e Siracusa dei gestori degli stabilimenti balneari delle due province, organizzata dalla Cna. Dopo i saluti istituzionali fatti dal sindaco del comune anfitrione, Lucio Muraglie, ad aprire il dibattito sono stati i rappresentanti della Cna di Ragusa, il segretario Giovanni Brancati e il presidente Giuseppe Santocono, che si sono innanzitutto compiaciuti della massiccia adesione degli imprenditori alla riunione.  Presenze dunque direttamente proporzionali alla necessità di risoluzione dei problemi che attanagliano la categoria di lavoratori, al momento, stagionali.

A chiudere i lavori, invece, è stato  Gianpaolo Miceli, vicesegretario di CNA Siracusa ,che ha sottolineato ancora una volta il ruolo di aiuto e supporto che l’associazione può dare agli imprenditori sia nel risolvere i problemi di carattere generale sia per quelli più locali e specifici, tra i quali l’accesso al credito e il rapporto sempre difficile con burocrazia e istituzioni.

L’intervento del responsabile nazionale di CNA Stabilimenti Balneari, Cristiano Tomei, ha di fatto chiarito definitivamente il perché un recepimento “tout court” della famigerata direttiva Bolkestein sulle liberalizzazioni non sia applicabile in Italia, quanto meno al momento, ai balneatori: per prima cosa infatti tale direttiva vale quando la risorsa da dare in concessione è oggettivamente “scarsa”, cosa che non riguarda le spiagge in Italia.

“Al netto d quelle destinate alla libera fruizione, sottoposte a vincoli e destinate ad area marina protetta – ha dichiarato Tomei – restano potenzialmente assegnabili oltre 30 mila concessioni, pari al 58% del totale, un numero che consentirebbe di evitare l’azzeramento di quelle attuali”.

“Ma non è tutto – spiega ancora Tomei – al di là dei freddi numeri, i balneatori italiani rappresentano spesso imprese familiari storiche che, da anni preservano e curano interi tratti di costa, sostituendosi anche alle istituzioni. Cancellando con un colpo di spugna queste tradizioni, si violerebbe il principio fiduciario che lega queste famiglie allo Stato e si rischierebbero migliaia di posti di lavoro, diretti e indiretti”.

Per questi motivi CNA ha già presentato una proposta di legge, attualmente in discussione in Commissione Finanze della Camera, che recepisce questi due principi, come accaduto ad esempio già nel Consiglio Regionale dell’Abruzzo e prossimamente in Liguria.

A seguito di questa riunione verranno nominati i portavoce provinciali di CNA Stabilimenti balneari a Ragusa e Siracusa che, pur mantenendo autonomia gestionale, continueranno a collaborare insieme per gli stessi obiettivi.

Mascia Quadarella

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Giornalista