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La violenza, in tutte le sue forme, si contrasta sui banchi di scuola. 25 novembre al liceo Corbino

Siracusa – Educare al rispetto dei generi, delle diversità, dell’identità personale. Un messaggio veicolato, questa mattina, al Liceo scientifico Corbino di Siracusa, dove l’inno corale alla “non violenza” è stato “teatralizzato” dagli studenti, che attraverso testi e pièce della letteratura classica e contemporanea hanno trattato il fenomeno, che si perde nella notte dei tempi. Una “giornata contro la violenza sulle donne”, quella che si sta per archiviare, diventata occasione, grazie ad un progetto patrocinato dal Ministero delle Pari Opportunità, per testare anche il grado di consapevolezza delle nuove generazioni sul tema. Ragazzi e ragazze di oggi che teoricamente sono preparati sull’argomento, lo sanno trasporre in arte, ma che spesso nella realtà si ritrovano emotivamente “impreparati” ad affrontare “amori malati”, “rapporti di gioco-forza”, e pertanto da guidare.

Partendo dagli esempi negativi che la cronaca di ogni giorno racconta, bisogna educarli al rispetto dell’altro, ai comportamenti da seguire per affrontare al meglio situazioni di rifiuto o sentimenti non corrisposti, ed evitare che diano sfogo alla frustrazione attraverso l’aggressività.

Ottimisti, tuttavia, sono apparsi  i docenti dello storico liceo siracusano che “osservano” le evoluzioni culturali in positivo che si registrano proprio sui banchi di scuola: oggi più che nel passato si constata almeno consapevolezza sul problema e si conoscono anche i mezzi per poterlo contrastare…ed è già un buon punto di partenza. “Non si può morire d’amore- echeggia il refrain delle Corifee nell’Aula Magna, colorata di rosso, simbolo cromatico della data convenzionale in cui si commemorano le vittime del femminicidio- l’amore è vita”. Siamo pienamente d’accordo!
Mascia Quadarella

 

La violenza vista dai giovani. Interviste agli studenti 

Siracusa- “Ci vuole coraggio per denunciare e per non lasciarsi sopraffare dalla paura di subire ancora violenza”. E’ questo, in sintesi, il messaggio ripetuto dagli studenti dell’Istituto Scientifico Corbino di Siracusa, intervistati sul fenomeno della violenza di genere, questa mattina per la giornata volta a ricordare le donne vittime di soprusi, botte, minacce da parte degli uomini. “Sicuramente denuncerei”. Non ha titubanze Lavinia Scuderi, 14 anni. Ragazza di questi tempi, determinata e consapevole, risponde: “ Una donna deve denunciare e se ha paura deve essere messa nelle condizioni di non sentirsi sola. In Italia- analizza- solo pochissime donne hanno il coraggio di denunciare le violenze che subiscono. Piuttosto che insegnare alle donne a difendersi bisogna puntare sull’educazione degli uomini”. “Questa giornata è molto importante-aggiunge Federico Pirruccio, 17 anni- perché, oltre a formare ed educare i giovani al rispetto per il genere femminile, informa pure sui metodi di intervento da attuare in caso di violenze o minacce”. “Quando una donna viene derubata della purezza del suo corpo – dice Alessia Ruscica, 13 anni- quando le viene strappata la dignità, non dovrebbe chiudersi in se stessa ma gridare al mondo cosa le è successo. Questa giornata è molto importante, perché ricorda ai giovani che esiste parità di diritti tra uomini e donne”. “Se fossi destinataria di un’azione violenta da parte di un uomo- afferma decisa Claudia Mineo, 17 anni- non esiterei di certo a rivolgermi subito ad uno dei centri antiviolenza, che esistono nel territorio e che devono accompagnarla nel suo percorso di difesa e denuncia”. Se sapessi di qualcuna maltrattata sarei la prima a consigliarle di chiedere aiuto e sostegno”. La denuncia, dunque, la fuoriuscita dal silenzio, rappresentano per le nuove generazioni il primo passo da compiere per iniziare a combattere la battaglia contro la violenza, sotto ogni forma, anche la più subdola, con la quale si manifesta e concretizza.

Cinzia Giddio

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