
Siracusa- Una visita quasi “anonima” quella del Ministro della Giustizia Andrea Orlando a Siracusa. L’esponente del Governo Gentiloni, d’altronde, è giunto in città non per un sopralluogo istituzionale bensì perché impegnato nel riscuotere consensi per la sua candidatura a segretario nazionale del Pd, che lo vede contrapposto a Matteo Renzi. Ad attenderlo,a parte la stampa e gli addetti ai lavori del suo partito, nonché altri politici locali tradizionalmente di centrodestra, nessun dimostrante, come magari ci si aspettava nella città “più inquisita d’Italia”. Proprio sulle vicende giudiziarie del territorio il Ministro non si è espresso. Soltanto un generico passaggio sul concorso che porterà all’assunzione di circa 2 mila unità di cancelleria tramite concorso in tutto il Paese, ma nessuna risposta alla domanda sulla necessità o meno di implementare l’or
ganico al Tribunale di Siracusa. A fare gli onori di casa, in un albergo di corso Gelone che ha ospitato l’incontro con i giornalisti, l’assessore regionale Bruno Marziano e Turi Raiti, i “riformisti” a livello provinciale del Partito. Orlando ha parlato della fallimentare politica della “rottamazione” che ha preso l’indirizzo sbagliato. Il Ministro ha ben chiara, dai suoi discorsi, la “sofferenza” italiana e vuole riprendere i contatti con quell’area di sinistra “arrabbiata”, ” delusa”, “indignata”, che però pensa al cambiamento del Partito Democratico come la vera risposta alla crisi del Paese per non giocare al peggio le partite che si dovranno disputare”. “La Sicilia- ha continuato il Ministro- ha messo in campo, a mio avviso, una delle esperienze più inquietanti con la decisione di non presentare il simbolo a Palermo e di fare una lista con una forza politica, che al momento non fa neppure parte della coalizione del centrosinistra. Questo è un episodio di trasformismo politico che secondo me rischia di allontanare tantissimi cittadini, militanti ed elettori del centrosinistra. Il tema delle alleanze non può essere risolto così, ma va affrontato alla luce del sole, sulla base di un programma politico, dicendo chi ci sta e chi no sull’asse che a mio avviso è fondamentale, quello della riaffermazione dell’uguaglianza sociale. Le cose fatte sottobanco, per espedienti tattici, rischiano davvero di allontanare sempre di più i cittadini dalla politica, per questa ragione credo che bisogna cambiare verso.”
Mascia Quadarella