
Siracusa – Il quarto appuntamento dei “Sabato dello spreco” promossi da Progetto Siracusa per mettere a fuoco le incompiute, i controsensi e le azioni amministrative fallimentari nel capoluogo,oggi si è concentrato sullo stato di abbandono dell’archivio storico comunale: un contenitore di identità cittadina praticamente lasciato al suo destino di degrado.
“Oggi possiamo non solo dire che quel patrimonio è stato irrimediabilmente perduto – scrive il gruppo politico che fa capo a Ezechia Paolo Reale – a causa di banali e ripetuti allagamenti dei locali, ma soprattutto questo è accaduto perché in realtà quel patrimonio è stato semplicemente ignorato, dimenticato. Tutto nel silenzio più assoluto. Silenzio sulle muffe ormai da tempo tollerate, silenzio sulle ruspe che hanno caricato i faldoni e portati al macero. Non sono valse a nulla la richiesta avanzata dai consiglieri Salvo Sorbello e Cetty Vinci di una nuova sede ( inoltrata a febbraio del 2014) e l’istanza dagli stessi presentata per contare le reali perdite del materiale documentale (presentata a dicembre 2016). Noi di Progetto Siracusa pensiamo ad una città migliore e diversa nella quale storia e cultura non siano occasioni di effimero guadagno di pochi, ma volano di sviluppo economico per tutti”.
L’osservazione del gruppo è successiva ad una breve cronistoria di quello che dal 2008 è il destino di deterioramento di testi di età borbonica e dell’Unità di Italia, di atti comunali ed acquisizioni del patrimonio ecclesiastico, insieme ai faldoni con progetti pubblici e privati dell’800.
“ La storia dell’attività amministrativa della nostra città nell’800 e nel 900 andata al macero- sottolineano- nel silenzio imbarazzato di amministratori ed intellettuali organici al potere che, sicuramente, in altri tempi avrebbero fatto barricate.
In effetti si tratta di una perdita di “memoria” documentale inestimabile e sottovalutata.
Mascia Quadarella