
Siracusa- L’informatizzazione incalzante e la rapida diffusione dell’Intelligenza artificiale, oltre a rivoluzionare specifici settori produttivi, dove si tenderà a limitare l’impiego “umano” ai minimi termini, rischiano di stravolgere e condizionare, con diversi pro e altrettanti potenziali e latenti contro, la didattica scolastica e accademica, imponendo un’attenta revisione del ruolo dei docenti e della loro delicata attività di mediazione nell’interazione tra gli allievi e le nuove tecnologie informatiche, per un corretto accesso al sapere e un sano sviluppo del pensiero critico.
Argomento, questo, di cogente attualità, trattato, lo scorso 5 maggio all’Urban center di Siracusa, nel corso del convegno dal titolo “Scienza dei dati e I.A. Quale pedagogia per affrontare le sfide della nuova frontiera della conoscenza, dell’informazione e della comunicazione”, organizzato dall’associazione professionale Proteo Fare Sapere di Siracusa, in collaborazione con l’Istituto Universitario Icotea e la segreteria provinciale della FLC Cgil.
A introdurre i lavori, dai quali sono scaturiti diversi spunti di riflessione e un costruttivo dibattito, è stata la presidente dell’associazione promotrice, Giusy Garrasi, che ha preso la parola dopo i saluti del segretario provinciale della FLC Cgil, Gianni La Rosa.
“Nei contesti educativi, i sistemi di interazione strumenti-allievo-sapere e strumenti-insegnante-sapere – ha precisato la professoressa Garrasi- vengono a ridefinire il processo di insegnamento-apprendimento modificando radicalmente il ruolo del docente, il quale interverrebbe nella relazione allievo-sapere in maniera indiretta, solo attraverso la predisposizione delle “machine learning” e delle regole del loro uso. Le machine learning, quindi, anziché i docenti, diverrebbero i mediatori che intrattengono la relazione diretta con il soggetto che apprende, trasformando la relazione insegnamento-apprendimento in processo di auto-insegnamento dell’alunno verso sé stesso”. Nella relazione educativa docente-discente, come affermato dalle neuroscienze, – ha continuato la Garrasi- sono gli aspetti empatici, emotivo-affettivi e psicologici che giocano un ruolo fondamentale di sostegno, anzi sono le condizioni indispensabili, della responsabilità e del difficile compito dell’apprendimento”.
“ Spetta, dunque, al docente – conclude- il compito di guida, coordinamento e concertazione che stimoli l’atteggiamento di ricerca, connessione e riflessione sulle conoscenze, nella consapevolezza che non è sufficiente l’uso dei dispositivi tecnologici a integrarle.”
A parlare di “Uso responsabile della I.A “è stato il prof. Tommaso Barone, la cui dissertazione è stata seguita da quella di Roberto Fai, docente e filosofo, che ha approfondito su “La sfida dell’IA e la conoscenza Umana”, mentre il prof Elio Cappuccio ha elencato “Risorse e rischi dell’IA” e il prof. Alberto Guglielmino ha concluso ripercorrendo la storia dell’I.A da Alan Turing ad oggi.
Gli interventi dei relatori sono stati moderati dalla giornalista Monica Cartia.