
Siracusa- Le popolazioni del quadrilatero industriale del Siracusano, che ospita imponenti impianti di raffinazione e dell’industria chimica, prendendo coscienza degli effetti negativi, a medio e a lungo termine, sulla Salute collettiva di diverse sostanze emesse dalle ciminiere, sono da qualche anno sulla difensiva e chiedono, a gran voce, anche con manifestazioni pubbliche, la riduzione degli agenti inquinanti in atmosfera.
Agenti irritanti spesso annunciati, persino nei centri abitati decentrati dagli insediamenti, da insopportabili miasmi, che molestano i residenti e contro i quali, di recente, c’è stata una levata di scudi corale, inclusa una class action con un esposto, sottoscritto da oltre mille cittadini, che a breve finirà sui tavoli della Procura della Repubblica aretusea.
Non poche, infatti, sono state le azioni di contrasto all’inquinamento “selvaggio” messe in campo dalla società civile siciliana e dai comitati spontanei tematici, che nel tempo si sono costituiti nel territorio per fare pressing sulle istituzioni, affinché vigilino sul rispetto delle norme in materia, e sulla classe politica per mettersi al lavoro per adeguare gli strumenti legislativi- di tutela, prevenzione e punizione- allo stato dei luoghi, ormai degradati e pesantemente contaminati.
Il rinvio perpetuo a data da destinarsi delle bonifiche, il programma per la chimica disatteso e rispolverato, per quello che di attuale contiene, soltanto in campagna elettorale, la dismissione di alcuni impianti e il mancato ammodernamento e sostituzione di altri, hanno oramai trasformato l’industria, traino dell’economia locale dagli anni 60 a qualche decennio fa, da produttore di benessere finanziario, per le famiglie autoctone e non solo, in nemico numero uno da contrastare, perché insidioso e non più garante di posti di lavoro.
Da qualche tempo, inoltre, anche l’atteggiamento di alcuni colossi del petrolio sembra essere di indisponente “chiusura”, rispetto al passato, e l’assenza di dialogo crea ancora di più un clima di diffidenza e di tensione sociale.
Un nuovo tentativo di apertura sembra giungere oggi- come si legge in un comunicato stampa- da Sasol Italy, multinazionale che intende invece esporsi, confrontarsi con il territorio, per dimostrare che una riconversione sostenibile può avvenire e che anche ad Augusta, dove si estende il suo principale stabilimento, il processo è stato già avviato e continuerà anche in futuro.
In poche parole la Sasol, contro ogni previsione e tendenza contraria, non rinuncerebbe a rimanere nel territorio provinciale, anzi qui vorrebbe ancora continuare a investire e a rendersi competitiva, ottimizzando i sistemi di sicurezza e impegnandosi a ridurre l’impatto ambientale quanto più possibile, riducendo le emissioni ai minimi livelli, tenendo in considerazione la tipologia di produzione.
Queste e altre “buone intenzioni”, da mutare in fatti, saranno discusse nel corso di un incontro pubblico- aperto ai sindacati, alle associazioni datoriali, agli enti e alla cittadinanza- organizzato per il prossimo lunedì 12 novembre a partire dalle 10.30 a Villa Politi, nell’ambito della “Giornata dell’industria sostenibile”.
Durante l’incontro dovrebbero intervenire, ancora alcune presenze non sono state confermate: il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, i segretari confederali con delega all’industria di Cgil, Cisl e Uil, Vincenzo Colla, Angelo Colombini e Tiziana Bocchi, i segretari generali del settore chimico, Emilio Miceli, Nora Garofalo e Paolo Pirani, e i rappresentanti delle associazioni datoriali, Andrea Bianchi, direttore delle Politiche industriali di Confindustria e Andrea Piscitelli, direttore delle Relazioni industriali di Federchimica.
Insieme ai vice presidenti di Sasol Italy, Filippo Carletti e Sergio Corso, si parlerà di come il proficuo rapporto con le istituzioni e le buone relazioni industriali siano leve indispensabili per uno Sviluppo sostenibile e inclusivo dal punto di vista economico, sociale e ambientale.
“Sasol considera la Sicilia una Regione strategica e ricca di opportunità dal punto di vista industriale ed economico – afferma Sergio Corso, vice presidente Operation Sasol Italy -, una Regione nella quale continuare a investire. Questa giornata nasce con l’obiettivo di favorire un dialogo aperto e continuo col territorio e con tutti gli stakeholder. Vogliamo raccontarci, mostrando i risultati del nostro impegno per la sostenibilità, e programmare un futuro imprenditoriale più solido e una sostenibilità di lungo termine al nostro stabilimento”.
Vanno in questa direzione i molti investimenti degli ultimi anni per lo sviluppo sostenibile, che hanno portato miglioramenti tangibili, come la riduzione del 50% delle emissioni in atmosfera, l’annullamento delle emissioni di anidride solforosa grazie a un impianto di Cogenerazione, l’impianto per il recupero delle acque reflue, l’utilizzo del solo gas metano come combustibile. E per il futuro ci sono già nuovi investimenti in cantiere.
“In Sasol Italy – conclude Filippo Carletti, vice Presidente e amministratore delegato di Sasol Italy – non smettiamo di fare progetti e di investire risorse nei nostri siti produttivi, migliorando continuamente i processi, diversificando il portafoglio prodotti e ricercando nuove materie prime e nuove tecnologie. L’obiettivo è restare competitivi e garantire un futuro all’azienda e ai dipendenti. Un futuro che porti sviluppo a questa terra, sempre che ci sia anche il giusto supporto da parte del contesto circostante”.
Mascia Quadarella