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Scuole paritarie dimenticate dal Governo, l’istituto “Sacro cuore” in stato di agitazione

Siracusa- “Aderendo allo stato d’agitazione di 48 ore, proclamato a livello nazionale, stiamo lanciando un messaggio per rendere visibili allo Stato le grandi sofferenze economiche che gli istituti d’istruzione paritaria, siano essi cattolici o laici, stanno subendo dall’inizio di questa emergenza sanitaria. Istituti che hanno garantito, fino ad oggi, la continuità di servizio, pagando i docenti e il personale Ata, pur non incassando la gran parte delle rette mensili degli iscritti”. A parlare è Suor Ester Mazzara, madre generale dell’istituto “Sacro cuore di Gesù”, istituzione scolastica che da decenni offre a Siracusa formazione alternativa a quella pubblica, dalle classi Primavera ai diversi indirizzi di liceo proposti.

L’istruzione “paritaria” , però, soffre da tempo l’indifferenza del Governo, un’indifferenza che oggi si fa sentire e desta grandi preoccupazioni per l’imminente futuro.

“Noi già prima della scuola pubblica- spiega suor Ester- abbiamo attivato all’indomani del lockdown la didattica a distanza, impegnando i nostri insegnanti e il personale Ata per garantire ai nostri studenti il prosieguo dei programmi, ma anche tutta l’assistenza che un periodo così difficile richiede. Purtroppo, diverse famiglie- continua la religiosa- sono state duramente colpite da questa pandemia sotto il profilo finanziario. Molti hanno perso il lavoro, alcuni non l’avevano già da prima, questo ha significato entrate dimezzate, mentre le spese per gli stipendi delle 30 persone che sono alle nostre dipendenze vanno pagati (anche loro hanno figli a cui dare da mangiare o impegni da mantenere) e fino ad oggi abbiamo provveduto noi…Ma non possiamo andare avanti senza un sostegno del Governo, che non ci ha contemplati tra le categorie da supportare”.

Ha i doni della parola e della speranza suor Ester, virtù che contagiano di ottimismo, nonostante la situazione non sia delle più rosee.

” Noi- racconta- contiamo quest’anno 400 iscritti, il 10% di questi usufruisce dei nostri servizi didattici gratuitamente. Noi prendiamo in carico, ogni anno, diversi studenti extra-comunitari, altri giovani che vivono situazioni di disagio sociale e che tentiamo di strappare alla strada. Insomma, non mettiamo alla porta nessuno. Capiamo le difficoltà delle tante famiglie che si sono trovate senza reddito e naturalmente non ci sogniamo minimamente di infierire cercando loro soldi, che non hanno, ma abbiamo bisogno dell’intervento dello Stato”. “Lo Stato- sottolinea Suor Ester- dovrebbe consentire a queste famiglie di poter pagare le rette, i soldi alle famiglie devono assicurarli”.

” Noi, comunque, cerchiamo di andare avanti, non interrompendo il servizio, garantendo il diritto allo studio, perchè il nostro obiettivo è quello di formare al meglio i cittadini di domani, seguendone la crescita, accompagnandoli durante i loro percorsi fino alla maturità”. “Inoltre- fa presente suor Ester- non bisogna dimenticare che è proprio nelle scuole paritarie che vengono formati quei docenti, freschi di laurea, che da noi apprendono tecniche e metodi di insegnamento, che guardano alle necessità degli alunni, che poi convergono tramite concorsi nella scuola pubblica. Inoltre, le scuole paritarie ,spesso, hanno a disposizione locali, aule, spazi all’aperto che mancano a diverse strutture pubbliche, quindi non andrebbero vissute come concorrenti del sistema scolastico pubblico, ma compensative, integranti”.

” Ad esempio – annuncia- noi quest’anno stiamo organizzando gli esami di maturità all’aperto, nella nostra vasta pineta. I nostri spazi, i nostri metodi, i nostri tempi- evidenzia ci consentono di seguire con un’attenzione particolare tutti quegli alunni che la richiedono”.

Suor Ester, in poche parole, fa comprendere come la scelta di una scuola paritaria da parte di diversi alunni alleggerisca, di riflesso, anche alcuni carichi che la scuola pubblica non potrebbe sostenere da sola. Quello di suor Ester e del suo corpo docenti è un appello che sta trovando eco in tutta Italia, dove centinaia di istituti paritari stanno inviando al Governo una richiesta di aiuto.

Se l’Sos non verrà colto e non sarà seguito da un intervento a sostegno di questo segmento importante dell’istruzione, a breve nelle vaste, ma stracolme sacche di disoccupati, nel nostro territorio avido di opportunità in particolare, si dovrà fare spazio ad altre centinaia di persone. ..e questo bisogna scongiurarlo.

Mascia Quadarella

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Giornalista