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Sgombero campo nomadi Pantanelli, l’assessore Furnari sfata i falsi miti sul caso

Siracusa- Con tanta serenità, compostezza, fornendo un resoconto dettagliato di tutte le azioni che hanno preceduto, accompagnato e seguito le azioni di “sgombero” dell’area dei Pantanelli, adibita da decenni a campo nomadi e posta sotto sequestro dalla Procura per i reati ambientali che all’interno della stessa si consumavano, è l’assessore comunale alle Politiche Sociali, Alessandra Furnari, a sfatare i falsi miti e le leggende metropolitane costruite attorno all’operazione dello scorso 26 agosto.

“Nessun alloggio popolare è stato assegnato alle famiglie di nomadi,  che hanno rilasciato volontariamente i container in cui vivevano, dopo una lunga e faticosa attività di mediazione, svolta in sinergia con la Caritas”. Premette l’assessore.

“Non sono nemmeno  stati versati  20 mila euro a nessun nucleo , come ho letto in alcuni post su Facebook- continua la Furnari. In un primo momento avevamo pensato di dedicare a queste famiglie-  all’interno delle quali non ci sono solo componenti stranieri, ma anche donne e uomini siracusani di nascita che hanno scelto questo stile di vita, per motivi personali o sentimentali-  un progetto di Housing first, come quello previsto per tutti gli altri cittadini  in difficoltà, in stato di disagio economico e  abitativo ed in possesso dei requisiti richiesti per aderire al programma gestito con la Caritas”.

“Per loro – specifica l’assessore- dati i tempi ristretti, è stato difficile reperire immobili da locare, con regolare contratto, come il programma richiede. Quindi, questa strada è stata abbandonata.  Abbiamo anche proposto loro- spiega l’assessore- ospitalità in case famiglia, ma hanno avuto tante remore nell’accettare, per timore di perdere  la loro libertà e anche  i minori che avevano a seguito. Quindi, abbiamo deciso di elargire loro, tenendo conto delle singole condizioni economiche, delle abitudini, del grado di integrazione e di inclusione dei loro figli, un piccolo contributo per ricominciare fuori dal campo nomadi smantellato. Contributo- sottolinea la Furnari-  ammontante a circa 3 mila euro per famiglia. Soldi  con i quali alcuni affitteranno un immobile, mentre  altri hanno deciso, invece, di impiegarlo per  allontanarsi dalla città e  raggiungere parenti in altre località italiane ed estere”.

“In totale, dunque,  per il rilascio concordato di tutte le baracche- ha reso noto  l’assessore Furnari – abbiamo predisposto una cifra complessiva di circa 25 mila euro, che comunque ad oggi non è stata tutta impiegata. Sicuramente, una cifra inferiore a quella che sarebbe stata necessaria per garantire a tutti l’accesso al programma di Housing First”.

Solo un giovane, censito tra la quarantina di persone che occupavano il campo, poiché assente durante la stipula dei concordati, ancora, non avrebbe ricevuto alcun aiuto, ma solo perché, appunto, si era allontanato nell’ultimo periodo e al quale non sarà negato un piccolo sostegno.

In tutto i nuclei assistiti sono stati circa 8/9, per un totale di 40 persone.

“Si tratta di un atto dovuto- conclude l’assessore- abbiamo dovuto far rilasciare l’area per ragioni di sicurezza, di protezione civile, dato l’alto rischio idrogeologico certificato da perizie tecniche, oltre che per ragioni igienico-sanitarie e per le disposizioni giudiziarie”. All’interno del campo, poi, vivevano diversi bambini, alcuni frequentanti le scuole locali, altri no.

Dettagliando sull’operato, poi, l’assessore ha voluto ricordare che da qualche anno il Comune di Siracusa e la Caritas assistono con il progetto di Housing First diverse famiglie e persone siracusane che non riescono a sostenere autonomamente le spese per l’affitto di un’abitazione, stanziando loro, dopo le opportune verifiche, un contributo per la locazione per un massimo di 400 euro al mese per 12 mesi.

Inoltre, è stato creato pure un Fondo di Garanzia con il quale vengono sostenute quelle famiglie che, pur riuscendo a tirare avanti autonomamente, con lavoretti precari o saltuari,  una volta sfrattate o costrette a cercare una nuova casa da locare non dispongono delle caparre, del deposito cauzionale, necessari per stipulare il nuovo  contratto d’affitto e si ritrovano in strada, in macchina o ospiti indesiderati di amici e parenti. In questi casi  vengono loro prestate le somme, che poi potranno essere restituite con piccoli versamenti secondo la disponibilità, in modo da poter rimpinguare il fondo continuamente e aiutare così più persone.

Mascia Quadarella

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Giornalista