
Siracusa- Si è svolto questa mattina, nella sede dell’Ordine dei Medici di Siracusa che lo ha ospitato e patrocinato, il convegno 2025 della Card Sicilia su “I distretti e la sfida del Dm 77 in Sicilia”. A introdurre i lavori della Confederazione Associazioni Regionali di Distretto, che è società scientifica delle attività sociosanitarie territoriali, è stato il presidente aretuseo dell’ODM Anselmo Madeddu, che ha sintetizzato gli obiettivi della riforma oggetto dell’approfondimento e illustrato i primi risultati della sua applicazione in provincia.
“Il DM77- ha spiegato Madeddu- è quella riforma sanitaria che intende organizzare “la filiera assistenziale socio-sanitaria” dei territori, puntando sui concetti di medicina d’iniziativa, proattiva, di prossimità, che consentono di realizzare quello che gli anglosassoni definiscono Health population management, vale a dire la gestione della salute della popolazione, riorganizzando la presa in carico del paziente, con la finalità di prevenire l’acutizzazione delle cronicità in quei soggetti, in prevalenza anziani e con difficoltà sociali o familiari, che spesso sono costretti al ricovero ospedaliero”.
“Per evitare la congestione dei reparti, dunque- continua Madeddu- il Ministero con il decreto 77 ha immaginato delle strutture nuove, come la Casa della Salute, l’Ospedale di Comunità le Cot. Da qui, il motivo dell’incontro di oggi, che serve ai rappresentanti delle 9 province siciliane a confrontarsi sui percorsi avviati e su come ottimizzarli, anche alla luce delle esperienze positive maturate in altre realtà, come quella di Tor Vergata, di cui è referente la dottoressa Isabella Mastrobuono, tra i relatori di oggi, che ha svolto un lavoro pionieristico in tal senso nel nostro Paese”.
” Nel territorio provinciale- informa- abbiamo avviato il nostro modello sperimentale a Noto, dove la Casa di Comunità sta ben funzionando, grazie all’accordo stretto con 14 medici di famiglia che assistono pazienti con scompenso cardiaco e diabetici. Inoltre, sta suscitando un certo gradimento degli utenti anche il servizio aggiuntivo dell’ospedale di comunità, al momento attivato con 10 posti letto”.
“Il Dm 77 – ha aggiunto Francesco La Placa, dirigente del Servizio 8, dell’assessorato Regionale Salute- prevede, dunque, oltre alla realizzazione di una parte strutturale anche l’attivazione di una serie di servizi innovativi, parte dei quali sono già partiti e altri, invece, sono in fase di realizzazione”.
“Finora- sottolinea- tutti i tempi sono stati rispettati. Chiaramente- specifica il dirigente- questo è un percorso che prevede la collaborazione e il coinvolgimento di tutti i livelli, dalle direzioni generali alle direzioni di distretto, da dove appunto si realizza la maggior parte delle attività che riguardano il DM 77, dal personale convenzionato di tipo parasubordinato con la medicina generale o la pediatria di libera scelta o anche esterno”.
“È necessario- conclude- che tutte le forze si uniscano per poter realizzare l’obiettivo che, come ripeto spesso, è quello di prendere in carico i pazienti e garantirgli i livelli essenziali di assistenza. Peraltro, su questi temi siamo monitorati regolarmente come tutte le altre regioni dal Ministero”.
“Le famiglie sono in difficoltà- continua la dottoressa Isabella Mastrobuono, commissario straordinario Policlinico Tor Vergata, ex direttore territorio Asl Provincia Autonoma di Bolzano- la società è cambiata e farsi carico di pazienti anziani, che spesso e volentieri hanno tantissime problematiche, non solo sanitarie ma anche sociali, è diventato molto difficile. E’ ovvio che le case della comunità, gli ospedali di comunità, le centrali operative, dovranno servire per integrare non soltanto il bisogno sanitario ma anche quello sociale del paziente di cui prendersi cura”.
“I due mondi- evidenzia- quello Sociale e quello della Sanità, pertanto devono parlarsi, qui in Sicilia come a Bolzano e ovunque. La carenza di dialogo, fra le diverse strutture, i diversi attori del territorio, ancora oggi, è legata ad alcuni aspetti culturali, che possono essere superati grazie alle competenze, alla bravura, alle tecnologie, alle risorse, che per quanto limitate almeno oggi ci sono”.
“Tuttavia, penso che in questa Regione si stia programmando bene e i primi risultati non sono, a mio avviso, per niente negativi”.
Sull’importanza di far conoscere questa riforma, di informare i cittadini e renderli consapevoli del valore di questi ulteriori servizi di assistenza si è soffermato Pieremilio Vasta, coordinatore regionale Rete Civica della Salute.
“Oggi – ha detto Vasta- delle case della comunità, dei contenuti della riforma, la gente comune ha una vaga percezione, per familiarizzare con i nuovi servizi, le nuove diciture, è necessario coinvolgere nella comunicazione gli enti locali, le scuole, il Terzo Settore e il compito della Rete Civica in questo processo di divulgazione è quello di cerniera”.