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Cna, 2016 un anno da dimenticare

 Siracusa – Un anno da dimenticare, il 2016, per le piccole e medie imprese, artigiane in particolare, della provincia di Siracusa. La crisi sta travolgendo il territorio. L’eccessiva tassazione (che sfiora nel capoluogo aretuseo il 65%)  e tutti gli oneri legati alle nuove aperture, non incentivano la voglia di “start up” insita nei giovani, che ormai vedono sbarrate le porte del  loro futuro in tutto il Paese. Mentre gli anziani in età pensionabile non ci pensano due volte a cedere tutto e liberarsi dall’ingombrante ruolo di imprenditore. Tuttavia, ancora una volta, sono le associazioni di categoria a dispensare forza e a infondere coraggio a chi vuole ancora,  nonostante il vento contrario, rischiare di   mettersi in proprio o di  continuare e non abbassare la saracinesca della propria attività. Tra luci e ombre, questa mattina, anche la Cna di Siracusa ha tracciato il bilancio di fine anno, sottolineando i tristi dati del mercato occupazionale in Sicilia, dove si registra un tasso di disoccupazione del 22%, che lievita al 55% se si parla di giovani. Un anno quello che si archivierà nelle prossime ore che ha comportato, gioco forza,  la perdita di competitività, la fuga di competenze e pezzi di storia. A passare in rassegna le problematicità del comparto artigiano sono stati il  presidente provinciale della Confederazione, Antonino Finocchiaro e il vice- segretario Gianpaolo Miceli. A livello locale a costituire la controtendenza, registrando risultati positivi, sono soltanto le nuove imprese che hanno innovato e digitalizzato comparti tradizionali strategici, come l’agro-food, il turismo e i servizi alle persone. In attivo anche le ditte  dedicate alle Ict, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione.“Abbiamo la necessità di sbloccare – dicono i rappresentanti della Cna- opere grandi ma anche le piccole manutenzioni e per questo CNA ha avanzato una proposta importante (già oggetto di discussione in parlamento) per dare una prospettiva a dei comparti,  quali quello delle costruzioni e degli impianti, che hanno pagato più di tutti lo scotto di questi anni difficilissimi.

La proposta: agevolazioni fiscali anticipate per le ristrutturazioni edilizie

“L’Obiettivo – dicono Miceli e Finocchiaro-  è quello di concretizzare la possibilità di anticipare, presso banche e intermediari finanziari, le agevolazioni fiscali previste per le ristrutturazioni edilizie, senza l’obbligo di attendere i dieci anni di recupero rateale in dichiarazioni di reddito”. “La proposta- spiegano- ha un duplice obiettivo: da una parte mira al rilancio del settore edilizio e degli impianti, dall’altra amplia la platea dei beneficiari (non solo le famiglie che se lo possono permettere perché capaci di anticipare le spese) includendo anche gli “ incapienti” (le stime CNAparlano di 3 milioni di pensionati e di 5 milioni di dipendenti incapienti, vale a dire dipendenti che  non pagano imposte sulle loro scarsissime entrate)”. “Inoltre – sottolineano-  la proposta tenta anche di risolvere una criticità specifica dei condomini dove spesso i lavori non partono a causa delle difficoltà economiche di alcuni proprietari. Nella analisi del 2016 e le prospettive per il nuovo anno abbiamo anche osservato il lavoro della legge di stabilità promossa dal governo accogliendone buona parte delle previsioni, dalla conferma del superammortamento fino alla previsione delle agevolazioni di Industria 4.0 fino alla rottamazione delle cartelle con la revisione delle modalità di prelievo e repressione ma non possiamo non concentrare le nostre attenzioni sulla ancora presente tassa dell’IMU sui capannoni, una autentica ingiustizia che offende il mondo che lavora, auspichiamo una scelta forte del governo in tal senso”.

Il problema liquidità e il rapporto con le banche

“La scelta di continuare nella logica dello Split Payement – rimarcano i due rappresentanti della Cna aretusea- toglie  fiato alle imprese impegnate nei lavori e nelle manutenzioni pubblici. Oggi, infatti, la liquidità è un fattore importantissimo. Sulla liquidità assume un valore determinante il rapporto con il mondo bancario, i tassi sono tendenzialmente scesi e l’accesso al credito è leggermente migliorato ma occorre ancora rendere più favorevoli le condizioni di accesso ed il governo regionale deve necessariamente dare corso ai fondi europei che prevedono, tra le altre cose, interventi significativi per dare sostegno alle PMI nell’accesso al credito”.

Il ruolo fondamentale dei Confidi

“Per tali ragioni – spiega Miceli-  abbiamo puntato moltissimo sul rilancio del ruolo dei confidi e particolarmente di Unifidi Imprese Sicilia che, nella sola provincia aretusea, permette annualmente l’accesso al credito a centinaia di imprese favorendo liquidità per oltre 10 milioni di euro all’anno. Altro aspetto topico per l’anno che ci lasciamo alle spalle e per quello che verrà è la semplificazione nelle autorizzazioni, abbiamo la necessità che questa sia reale e concreta con controlli ex post, regole certe e previsione di ciò che si può e non si può fare. Abbiamo ancora davanti i casi della Pillirina e del rigassificatore e non vogliamo coltivare la cultura del no ad ogni costo, chi investe deve sapere dove e come può farlo con trasparenza e senza retro pensieri”.

Il futuro impegno di Cna

“Per questo  – concludono il presidente e il vice segretario – ci faremo carico di un forte raccordo tra tutte le associazioni datoriali e in accordo con i sindacati dei lavoratori per un rilancio forte della mobilitazione a sostegno dello sviluppo integrato delle attività economiche della provincia: priorità occupazione, in particolare dei giovani”. “ Così – dichiarano- come nessun retro pensiero è concesso quando discutiamo di legalità, quella legalità che consideriamo ogni giorno nell’esercizio del nostro ruolo, anche quando siamo stati chiamati a dichiarare i nostri numeri nel percorso di aggregazione camerale al contrario di altri che hanno scelto altre strade, da qui la nostra scelta di ricorrere al TAR contro l’ennesimo scippo al territorio, auspichiamo un intervento politico su questo per definire chiarezza e ripristinare la legalità. Lo diciamo perché su questo ci giochiamo veramente il futuro nel nostro territorio, sulla lotta alla criminalità organizzata, a tutte le forme di estorsione, racket, usura e criminalità diffusa che sono un fattore di decrescita intollerabile insieme alla fortissima corruzione che ancora oggi pervade settori fondamentali della pubblica amministrazione e a volte anche delle stesse imprese, così come è intollerabile che a fronte di una sventolata equità si continui a sopportare la presenza di migliaia di lavoratori abusivi, senza partita iva, senza alcuna cognizione di sicurezza sui luoghi di lavoro che rischiano di portare al baratro l’economia sana, legale e pulita che ogni giorno, con formazione ed innovazione si confronta il mercato. Per questo vogliamo ringraziare i sindaci e le forze dell’ordine che stanno accogliendo il nostro invito a sottoscrivere protocolli di legalità con i quali ci stiamo facendo carico di segnalare gli operatori illegali perché noi vogliamo bene a chi opera nelle regole e siamo in battaglia con chi si fa beffe delle regole”.

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Giornalista