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Focus sul presente e futuro del Muscatello. Comitati e associazioni: “Potenziatelo, siamo in piena area industriale”

Augusta- Il Covid-19 e la sua rapida diffusione hanno stravolto gli assetti organizzativi di diverse strutture sanitarie pubbliche e private dell’intero territorio nazionale. A pagare maggiormente le spese della revisione dei servizi di assistenza sanitaria, in questa fase emergenziale, che man mano, sta dissolvendosi lasciando spazio ad un barlume di “normalità”, sono sicuramente le popolazioni di quei centri dove si hanno poche alternative per ricevere le prestazioni a Km zero e dove purtroppo, a parte il rischio straordinario di contrarre il Coronavirus, pende quello ormai “ordinario” di ammalarsi di cancro e patologie legate alla cattiva qualità dell’ambiente circostante . Proprio per andare incontro alle esigenze specifiche dei pazienti e potenziali tali del triangolo industriale di Priolo, Melilli ed Augusta, questa mattina, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale, del divieto di assembramento e con indosso i dispositivi di sicurezza, i rappresentanti ed alcuni attivisti volontari del Comitato Stop Veleni Augusta Priolo Melilli Siracusa dell’Associazione a Tutela della Salute e del presidio ospedaliero Muscatello, del l’ONA Sicilia hanno incontrato la stampa, per fare un focus per la situazione attuale e le prospettive future del nosocomio zonale.

Il documento ufficiale con analisi e istanze

L’ospedale Muscatello- scrivono le organizzazioni promotrici e le altre che lo hanno sottoscritto- sito in Augusta (Siracusa) in contrada Granatello, compreso nel Distretto ospedaliero SR2, ricade in un’area dichiarata ad elevato rischio di crisi ambientale (AERCA) e riconosciuta SIN, sito di interesse nazionale per la bonifica. Esso costituisce la struttura di riferimento per gli abitanti della zona prospiciente il più esteso Polo Industriale italiano, Sasol, Syndial, Erg, Versalis, Sol, Buzzi Unicem, Priolo Servizi, Enel Archimede, Lukoil, Sonatrach. sono solo alcune delle principali realtà produttive della zona, senza contare il copioso indotto, una fitta rete di società di servizi che vi opera attorno. Il territorio augustano, inoltre, ospita uno dei porti commerciali a più elevato transito di mezzi del sud Italia, una miriade di depositi costieri, impianti di trattamento di metalli, officine di verniciatura, la Marina Militare Italiana e molte discariche. Di tutta evidenza l’impatto ambientale che produce l’intero comparto produttivo sopra elencato e la paura ingenerata nei residenti di un allerta epidemiologica e di incidente rilevante. I sottoscrittori dell’odierno documento, attenti alle tematiche della cura sanitaria e del territorio e della legalità ambientale legata alla Z.I., segnalano lo stato di gestione del Muscatello che in fase di allerta Covid-19 ha visto smantellati importanti reparti ospedalieri destinati a centro di cura per pazienti covid. Si evidenzia con l’odierna missiva che il principio cardine nelle scelte organizzative e di gestione dell’ospedale Muscatello di Augusta non può prescindere dalla circostanza che si versi in zona AERCA e dunque ogni modifica al piano operativo ospedaliero non può non passare dalle esigenze del territorio e della volontà dei residenti. Appare del tutto evidente che così non è avvenuto. Attualmente l’Ospedale Muscatello appare di rilevantissima necessità e bisogno per la comunità locale e di tutta la provincia, si pensi ad esempio alla circostanza che esso sia Centro di Riferimento Regionale per la cura e la diagnosi anche precoce delle patologie asbesto correlate di cui alla Legge n. 10 del 29 Aprile 2014. In riferimento alle Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità, considerata l’ubicazione e le caratteristiche tutte richiamate, il Muscatello rappresenta una struttura irrinunciabile che va implementata e giammai depotenziata come in questi anni è avvenuto. – Accrescere l’offerta sanitaria della struttura ospedaliera, incentivarla, implementarne l’organigramma includendo figure mediche altamente specializzate nella diagnosi e prevenzione delle patologie tumorali percentualmente più diffuse nell’area (Pneumologia, OncoEmatologia, Oncologia ecc.) e far sì che il nosocomio megarese assurga realisticamente a centro di riferimento per la Provincia aretusea riducendo il fenomeno con numeri da record della migrazione sanitaria siciliana. A questo punto, verificate con urgenza il rispetto delle disposizioni normative, nel timore che uno stravolgimento definitivo della struttura ospedaliera che negli anni ha subito già importanti dismissione di reparti (Ginecologia e Ostetricia su tutte: ad Augusta nessun augustano può più nascere sic!), si insiste per il ripristino dei reparti dismessi e per l’implementazione della struttura ospedaliera in maniera consona alle rappresentate urgenti ed improcrastinabili necessità del territorio”.

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Giornalista