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I sindacati sul fronte di guerra contro l’Asp, con il bollettino dei contagiati in ospedale in aggiornamento costante

Siracusa- “Cinque positivi in Medicina, una al Gruppo parto, sei tra infermieri e operatori socio-sanitari in malattia con sintomi evidenti e con relativi tamponi non ancora processati, Oss del Pronto soccorso che rientrano oggi in servizio dopo la malattia con febbre alta e tosse senza aver effettuato tamponi. In Ostetricia e Ginecologia due infermiere con sintomatologia eclatante con febbre alta, 39, tosse e nessun tampone praticato. Due casi tra i parenti stretti di altrettanti operatori dell’Umberto I”.

La denuncia è dei segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, Roberto Alosi, Vera Carasi ed il commissario della Uil provinciale, Luisella Lionti, assieme segretari generali della Funzione Pubblica delle tre sigle, Franco Nardi, Daniele Passanisi e Alda Altamore.

” Basta e avanza come bollettino del mattino – scrivono i sindacalisti- mentre i vertici aziendali proseguono con il loro incredibile e insopportabile silenzio.”. Sono numeri che si aggiornano di ora in ora quelli con cui le organizzazioni sindacali stanno cercando di fotografare la situazione ttuale all’ospedale di via Testaferrata. “Questa mattina altri tamponi arrivati – dicono i segretari – e altri esiti, purtroppo, positivi per il personale ospedaliero. La gravità di quanto accade, inoltre, è data dai primi due casi di parenti, il marito e la moglie di altrettante persone operanti in ospedale, risultati positivi al tampone. È una situazione che adesso rischia di degenerare e che può compromettere la funzione di presidio e tutela della salute pubblica dell’Umberto I. Errori su errori vengono commessi – continuano – e si sta perseverando in una gestione interna improvvisata. La Regione ed il sindaco di Siracusa si attivino subito per rendere operativa una gestione straordinaria dell’Umberto I. Blindarlo al virus significa renderlo immune da ulteriori contagi tra il personale. Questo si attua con l’eventuale parziale chiusura di alcuni reparti che devono immediatamente essere sanificati e la fornitura indifferibile di DPI a quanti lavorano lì dentro. Fare questo significa tutelare la salute pubblica che resta sacra sopra qualsiasi giustificazione tardiva o, peggio, qualsiasi gioco della politica delle nomine. Il sindacato denuncia tutto questo per tutelare tutti i lavoratori, le famiglie e i cittadini – concludono Alosi, Carasi, Lioni ed i rappresentanti della Funzione Pubblica – La politica locale abbia uno scatto, condiviso, di orgoglio e agisca invece di restare nel silenzio e nelle mere dichiarazioni di facciata. I dirigenti, incaricati di gestire la sanità, trovino le soluzioni immediatamente. Sono pagati per questo, sono pagati con i soldi dei contribuenti.”

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Giornalista