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Turismo culturale, Granata: “Una governance plurale per il grande Parco del Sud-est”

Siracusa- Il Parco della Neapolis con il Teatro Greco, l’Anfiteatro Romano, l’Ara di Ierone, la Latomia del Paradiso con l’orecchio di Dionisio, la grotta dei Cordari. E poi il Museo archeologico regionale Paolo Orsi, il Castello Eurialo, il Ginnasio Romano, il Tempio di Zeus, l’intera perimetrazione cittadina delle Mura Dionigiane. Ed ancora: il Museo Archeologico Judica di Palazzolo e il suo Parco archeologico con il Teatro, i Santoni, Santa Lucia di Mendola. E poi la Necropoli di Castelluccio, in territorio di Noto, la Villa Romana del Tellaro, la colonna Pizzuta, e il sito archeologico di Eloro. Ad Avola la Villa romana di Borgellusa. Infine la Necropoli di Pantalica Ferla, Sortino e Cassaro, il sito archeologico di Monte Casale-Kasmene a Buscemi, ed il sito archeologico di Thapsos Priolo.
Sono questi gli incredibili confini di quello che viene definito, con la necessaria ma inappropriata sintesi, nella sua Istituzione “Parco Archeologico di Siracusa, Eloro e Villa del Tellaro”.
In realtà il Parco è molto ma molto di più: per estensione certamente il più grande Parco Archeologico al Mondo. Dopo anni Sebastiano Tusa chiuse il cerchio da me aperto con la legge 20 del 2000, riuscendo a sancirne la istituzione e quindi la piena autonomia. Questo enorme spazio già oggi ha quasi 1 milione di visitatori annui per un incasso che sfiora i 7 milioni di euro senza ancora aver sviluppato una politica univoca e coordinata di valorizzazione e gestione. L’enormità dello spazio ( ne discussi a lungo con Sebastiano ) rappresentava elemento di perplessità ma allo stesso tempo una ambiziosa potenzialità.
Il primo passo da fare dovrà essere allora quello di dotare il Parco della prevista autonomia gestionale e di bilancio: questo è un passaggio fondamentale ma non sufficiente. Serve una Governance all’altezza dell’impresa e per concretizzarla occorre il coinvolgimento di tutti gli “attori” del grande territorio. Né il compianto Calogero Rizzuto, né l’attuale Commissario ma neanche un redivivo Paolo Orsi sarebbero infatti in grado di gestire tale complessità soprattutto in una logica di tutela e valorizzazione complessiva dell’intero “Parco”.
Per questo mi sembra fondamentale che Alberto Samonà affronti la questione della sua gestione con una logica diversa dagli altri 15 Parchi Istituiti. Per questo nostro Parco è essenziale che insieme alla Autonomia finanziaria e gestionale, con tutti gli enormi vantaggi che questa porterà al Parco, si pensi a un’applicazione ampia dello spirito del legislatore, anche attraverso un apposito decreto assessoriale, e quindi alla individuazione di una Governance plurale: oltre a un ottimo Direttore essa dovrà coinvolgere i Sindaci delle tante città che il Parco comprende, a partire da Francesco Italia. Sarà poi fondamentale il coinvolgimento, in una logica di sussidiarietà,  dell’associazionismo culturale, turistico e imprenditoriale: solo questo organismo plurale potrà “gestire” il Parco come un enorme Distretto Culturale affine e sovrapponibile al nostro “SudEst”, e determinare la nascita di una vera industria del “viaggio culturale” dotata di grandi risorse e lungimirante visione.
Questa mi sembra una strada obbligata anche perché il Parco dovrà essere percepito come una svolta per le nostre Città oltreché come una poderosa offerta culturale: pensate a quanti servizi di collegamento potranno attivarsi tra i confini del Parco, a quante guide potranno essere coinvolte oltre alle tante imprese culturali e turistiche di tutto il nostro SudEst.
Infine anche recenti e nuovissimi profili formativi universitari, relativi alla “Promozione del Patrimonio” potranno fornire i profili dotati della necessaria sapienza nella custodia e nella valorizzazione dell’Heritage. Profili giovani e motivati che affiancheranno i nostri valorosi funzionari e custodi regionali: insomma il Parco potrà diventare una grande realtà culturale, sociale ed economica.
La stessa che con Sebastiano Tusa e Calogero Rizzuto è sempre stata al centro delle nostre visioni e delle nostre speranze…”:

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Giornalista