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Dispositivi di sicurezza carenti, botta e risposta Ordine dei Medici e Asp

Siracusa- Continua il botta e risposta tra i medici siracusani e il manager dell’Asp di Siracusa sulla carenza di dispositivi di sicurezza, irreperibili anche per i medici di base ed i pediatri di libera scelta, impegnati in prima linea a fronteggiare tutti quei problemi di salute dei loro assistiti che si stanno verificando in piena pandemia.

La lettera dell’Ordine dei Medici di Siracusa

L’Ordine dei Medici, qualche ora fa, attraverso una lettera aperta aveva chiesto al direttore dell’Azienda sanitaria provinciale di fare chiarezza su alcune affermazioni che gli erano state attribuite in merito alla questione, supportando a spada tratta i colleghi medici, ai quali è stata espressa piena solidarietà e ringraziamenti.

“La lettera indirizzata a Sua eccellenza il Prefetto di Siracusa, firmata dai Segretari Provinciali di FIMMG e FIMP, riguardante la drammatica carenza di kit di protezione individuale, nonché il riscontro fornito dal direttore generale della ASP di Siracusa – si legge nella nota diramata dall’Ordine a firma del presidente Anselmo Madeddu- impongono a questo Consiglio dell’Ordine, riunitosi appositamente d’urgenza in via telematica, di assumere una posizione chiara e netta sull’intera vicenda e di chiedere chealtrettanto venga fatto dalla Direzione Generale dell’Azienda.E’ doveroso premettere, innanzitutto, che ai colleghi medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta, così come ai medici ospedalieri e a tutto il personale sanitario, va la nostra piena solidarietà e il nostro più incondizionato e sincero ringraziamento. Un grazie per la loro straordinaria umanità e per il senso di responsabilità con cui stanno affrontando in prima linea questa grave emergenza, rischiando ogni giorno la vita per la salute del prossimo e per la tutela della collettività.Un ringraziamento che ci sentiamo di estendere,ovviamente, al Prefetto, alla Protezione Civile, alle Forze dell’Ordine, ai Sindaci, tutti impegnati senza sosta ad assicurare salute alla comunità,vigilando sul rispetto delle regole e delle ordinanze nazionali e regionali.Riguardo alla nota della Direzione Generale della ASP, è certamente vero che l’ Accordo Collettivo Nazionale di Lavoro assegna agli stessi medici e pediatri di famiglia gli obblighi del datore di lavoro e dunque quelli della acquisizione deidispostivi di protezione individuale. Ma, così come opportunamente puntualizzato dall’Assessore Regionale alla Salute avv. Ruggero Razza nel corso della sua audizione in ARS nella seduta n. 182 del 18 marzo scorso, ciò può valere nella ordinarietà e non certo in una situazione straordinaria ed emergenziale come questa, che ci deve vedere tutti uniti a garantire la massima protezione individuale ai medici, agli infermieri e a tutti gli operatori sanitari esposti in prima fila nella lotta contro il covid-19, ivi compresi pediatri e medici di famiglia, che nel Nord Italia stanno pagando un pesantissimo tributo in ordine di vite umane perse.Consapevoli, dunque, che possa essersi trattato di un chiaro fraintendimento, l’Ordine dei Medici di Siracusa invita il Direttore Generale della ASP a chiarire la propria posizione nei confronti della categoria medica, e a fornire altresì i dovuti chiariment isu di una vicenda che, ci si augura, possa concludersi subito con la piena distensione dei toni e con un pronto e sereno recupero dei rapporti istituzionali tra il vertice aziendale e la categoria dei medici,nell’interesse supremo dei pazienti e dell’intera comunità”.

La replica del direttore generale dell’Asp Salvatore Lucio Ficarra

Il direttore generale dell’Asp di Siracusa Salvatore Lucio Ficarra risponde prontamente all’invito del presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Siracusa, Anselmo Madeddu, ringraziandolo per avergli dato la possibilità di chiarire l’equivoco sulla vicenda relativa di dispositivi di protezione.

“A differenza di quanto si vuol far credere, la nota in questione non nasce da una mia iniziativa bensì da una “denunzia” fatta nei miei confronti ed inviata a sua eccellenza il prefetto ed al capo della Protezione civile dai dottori Barone e Patania che, ove fondata, avrebbe esposto l’Azienda che dirigo a responsabilità civili e penali in alcun modo riconducibili né alla funzione che svolgo né alla mia persona. Ovviamente, il riscontro non poteva che essere diretto agli organi a cui era indirizzata la predetta e non poteva che essere riferita solo ed esclusivamente ai due firmatari della stessa e non, diversamente, alla categoria dei medici, non fosse altro perché io stesso sono figlio, nipote e fratello di un medico. Fermo restando che la nota carenza di DPI rende necessario, in primis, equipaggiare il personale della dirigenza medica e sanitaria, nonché il personale del comparto sanitario di questa Azienda che, come è ben noto, sta reggendo in modo encomiabile la prima linea insieme al restante ed indispensabile personale amministrativo e tecnico di supporto. Con la più profonda stima, nei confronti suoi e della categoria, spero di aver chiarito la vicenda”.

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Giornalista