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Covid-19 in crociera, la “disavventura” a lieto fine di una famiglia siracusana

Siracusa- Una crociera pasquale nel Mediterraneo, desiderata e organizzata nei minimi dettagli, non tralasciando l’aspetto della sicurezza sanitaria e la polizza assicurativa aggiuntiva che in caso di contagio avrebbe dovuto garantire il viaggio di rientro, per una famiglia di siracusani si è trasformata in una spiacevole disavventura.

Lo scorso 12 aprile, il nucleo familiare, formato da una coppia di coniugi con il loro bambino di 11 anni e i due anziani suoceri, si era imbarcato da Bari, dopo essere risultati negativi al Coronavirus dai tamponi antigenici, a cui si erano sottoposti poco prima del viaggio.

Tutto sembrava andare per il verso giusto, come da programma: visite guidate protette, organizzate dalla compagnia con la quale avevano scelto di viaggiare, quindi tra passeggeri controllati, pranzi, cene e attività ricreativa in ambienti sanificati, purtroppo, però il giorno prima dell’arrivo in Italia, a bordo, l’uomo più anziano del gruppetto ha avvertito un malore.

Visti i precedenti clinici dell’uomo, i familiari si sono recati subito all’infermeria della nave, dove gli sono state prestate le cure del caso e gli è stata riscontrata la positività al Covid-19.

Durante la navigazione, dunque, i familiari sono stati posti in isolamento in cabine riservate, in pieno comfort e ricevendo tutta l’assistenza possibile ed immaginabile.

I “disagi”- secondo il racconto di una delle protagoniste- Maria Murè, madre del minore- si sarebbero succeduti una volta arrivati sulla terraferma. Al Porto di Bari- stando alla donna- sarebbe stato organizzato il nostro transfert verso il Covid-Hotel del capoluogo pugliese- in cui avremmo dovuto “scontare” la nostra quarantena. Dico “scontare”, per enfatizzare il trattamento che ci è stato riservato. Non ci aspettavamo di certo un albergo a 5 stelle, ma sicuramente camere più curate, sottoposte a manutenzione e maggiore pulizia”. “Lampadine fulminate- elenca la paziente Covid- polvere sui mobili, insetti rossi, simili a ragnetti o formiche, provenienti dal balcone, nessuna coperta aggiuntiva per far fronte alle serate più fredde e nota ancora più dolente i pasti.”

“Mio figlio- spiega Maria Murè- è celiaco, quindi ha diritto a cibo adatto alla sua intolleranza alimentare e che sicuramente chiusi nella struttura non ci era semplice e facile reperire. Dopo ore di attesa abbiamo ricevuto qualcosa da mangiare, ma sicuramente non era adatta, né qualitativamente né quantitativamente, a soddisfare il palato di un bambino. Gran parte dei nostri pasti, sinceramente, io e i miei suoceri, li abbiamo lasciati sul comodino, ma noi siamo adulti e sicuramente riusciamo ad adeguarci meglio alle emergenze”.

“Spinta emotivamente ancor di più dalle condizioni in cui avremmo dovuto qui affrontare la quarantena , insieme a mio marito a distanza, in quanto ospite di un altro lontano albergo, perché l’unico risultato negativo, abbiamo iniziato ad inviare segnalazioni di disservizi, alla mail dell’equipe di sorveglianza Coronavirus della città in cui ci troviamo, chiedendo altresì il permesso di lasciare l’albergo Covid per rientrare a Siracusa, con un viaggio in biocontenimento organizzato da noi privatamente, essendo coperti da polizza assicurativa”.

” In un primo momento il  problema, però, sembrava essere quello legato alle soste per i bisogni fisiologici  e l’attraversata in traghetto, praticamente per noi isolani, siciliani nel nostro caso, sarebbe stato  impossibile fino a ieri, da positivi raggiungere casa nostra”. “Abbiamo trascorso tre giorni affranti ed indignati”, siamo passati da un clima accogliente, festoso ad una situazione difficile, che ha del paradossale”.

 “Da qualche minuto però la situazione – annuncia la donna a ridosso della pubblicazione del nostro articolo- si è nuovamente capovolta a nostro vantaggio. L’Asl di Bari, a seguito del nostro pressing, è riuscita a organizzarci il trasferimento a casa, prevedendo anche delle soste per andare in bagno”.  

“Nonostante l’epilogo dell’ultima ora “felice” – conclude la donna- mi auguro che le autorità meglio sorveglino o curino l’organizzazione dei Covid alberghi, naturalmente senza generalizzare, e che rendano a tutti, indistintamente, una permanenza al loro interno più agevole, oltre a velocizzare i trasferimenti di diritto nel caso in cui si contragga il virus in viaggio”.

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