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“Mio figlio trapiantato non può aspettare mesi per una biopsia”. Il lucido appello di mamma Simona

Siracusa- “Sembro una tigre in gabbia, privata della libertà di movimento, che fa avanti indietro in modo convulso, alla ricerca della via della salvezza”.

E’ la similitudine che Simona G, mamma siracusana di un figlio ventitreenne trapiantato di rene, con organo da lei stessa donato, qualche anno fa, che purtroppo corre il rischio di rigetto, al quale le strutture sanitarie pubbliche, da Nord a Sud d’Italia, non riescono a garantire celerità nell’eseguire una biopsia, che scongiuri o confermi i sospetti della diagnosi, al momento poco confortante. La lunga attesa è dovuta all’emergenza Coronavirus.

Dimenandosi alla ricerca della soluzione, Simona, che si sente soffocare, trova il fiato per chiedere aiuto, attraverso uno sfogo, un appello, che affida alle pagine del nostro giornale.

” Purtroppo- spiega Simona- chi soffre di malattie rare o croniche vive situazioni di urgenza, che richiedono quindi interventi terapeutici o chirurgici in tempi brevi, che sono stati messi in secondo piano, soppiantati, dall’emergenza pandemica in corso. Il Covid-19, purtroppo- sottolinea la mamma preoccupata- sta assorbendo risorse umane e logistiche, differendo a date da destinare troppi esami, screening e la gente rischia di non contrarre il virus ma di morire davvero d’altro”.

“Il tempo- continua nel suo racconto disperato- per chi ha bisogno di cure è davvero un nemico, non se ne può perdere troppo, scorre velocemente e rischia di non bastare mai. E’ una lotta ad armi impari, specie con l’attuale gestione delle attività ospedaliere, molte delle quali paralizzate. Mio figlio necessita di essere sottoposto celermente ad una biopsia, ma aspetto una chiamata da una struttura ospedaliera dell’Emilia Romagna già da due mesi e lunga l’ attesa prevista anche in un altro centro ospedaliero del capoluogo etneo. Ditemi cosa devo fare? Aspettare che sia troppo tardi? Non possiamo permetterci il rigetto dell’organo…devo salvaguardare la qualità e le aspettative di vita di mio figlio, non posso aspettare che debellino il Covid”.

“Ai trapiantati ed ai pazienti con patologie oncologiche o gravi non devono rinviare visite, screening, interventi, devono riservare corsie preferenziali, che consentano rapidità d’azione”.

“Ripeto- conclude Simona- non è una critica ai medici ma alla gestione di questa emergenza, che purtroppo ha oscurato ma non debellato le altre malattie”.

Mascia Quadarella

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Giornalista