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Comitato Scuole Sicure: “Basterebbe poco per limitare il rischio contagi tra i banchi”

Siracusa- Dopo una pausa di riflessione, atta a valutare tutti i provvedimenti emanati dal Governo per consentire la riapertura degli istituti didattici sul territorio nazionale, il Comitato Scuole Sicure di Siracusa, rompe il silenzio e rende pubbliche le proposte che voleva avanzare ad inizio pandemia, ma che rischiavano di perdersi nella confusione generale che ha caratterizzato le decisioni in materia di sicurezza, durante questa emergenza. “Emergenza – spiega il direttivo del Comitato – che doveva tenere innanzitutto conto dei diversi scenari e annessi gradi di diffusione della pandemia nei singoli territori. Infatti – spiega il Comitato – l’Italia strutturalmente e sotto il profilo organizzativo non presenta situazioni omologhe ma è caratterizzata da significative differenze, di cui andava tenuto conto prima di predisporre qualsiasi piano d’azione”. 

“A livello locale, il Piano Protezione Civile comunale sarebbe monco, in quanto mancherebbe appunto un programma per affrontare emergenze sanitarie anche di minore portata”. 

“Inoltre – spiega – il contagio si deve contrastare fuori dagli ambienti scolastici e non all’interno degli stessi, come avviene oggi. Sarebbe stato opportuno allestire nei cortili delle scuole o in spazi appositamente creati, rispettando le distanze ed evitando assembramenti, una sorta di pre-triage, dove misurare attraverso termo-scanner le temperature e dove fare stazionare, a tutela della privacy, gli alunni che potrebbero presentare la sintomatologia sospetta”.  

“A tal proposito – continua il Comitato – queste operazioni avrebbero potrebbero essere affidate a personale infermieristico o anche a Operatori sanitari che, ad esempio, al momento sono senza occupazione e percepiscono il reddito di cittadinanza. Offrendo, pertanto, agli studenti un servizio qualificato e nel contempo snellendo la vasta platea degli utenti del welfare assistenziale e creando nuovi posti di lavoro. Il Comitato è da sempre favorevole alla creazione di presidi sanitari dinamici nelle scuole, sul modello coreano o cinese”. 

“Per ultimo e non per ordine di importanza, bisognerebbe rivedere tutti gli impianti meccanici, ove presenti, degli ambienti scolastici, sanificandoli ed emulando le soluzioni di riciclo dell’aria come, ad esempio, nei centri commerciali e ripensare il sistema di sanificazione generale che dovrebbe essere affidato solo ed esclusivamente a Ditte specializzate con rilascio di certificazione periodica”. 

Ed ancora – conclude il Comitato – non si trascuri la sicurezza sui mezzi del trasporto scolastico, peraltro ad oggi obsoleto e fatiscente; bisognerebbe per rendere sicuri i bus adottare il “modello norvegese”, dove si razionalizzano gli spazi, si delimitano con pannelli di plexiglass i posti a sedere, in modo da limitare i contatti tra passeggeri, si procede ad una rapida sanificazione oraria dei mezzi e si permette l’igienizzazione delle mani degli utenti appena saliti sul mezzo. Ovviamente sono state potenziate le corse dei mezzi pubblici”. 

Sono piccole accortezze – chiude il Comitato – che potevano essere attuate senza grossi sforzi economici e con semplici riflessioni, ma che avrebbero garantito una sicurezza maggiore. 

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Giornalista