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Domani al Santuario Musical sulle piaghe sociali giovanili

Siracusa- Un tour dentro lo spirito dei giovani di oggi, per farne emergere i mali interiori e sociali che li affliggono, alcuni dei quali frutto di una contemporaneità che li appiattisce e li imprigiona tra i pixel di uno schermo, altri che affondano le proprie radici nella notte dei tempi. “αἷμα” che in greco significa sangue, simbolo antitetico di vita e di morte, è il titolo del musical, allestito dal gruppo dei giovani della Basilica Santuario delle Lacrime di Siracusa, che si propone di mettere a nudo le emozioni delle nuove generazioni, invitandole a viverle in maniera sana, facendole affiorare e viaggiare,  attraverso un copione scritto e  diretto  da Don Gianluca Gibilisco,   su una linea temporale parallela, quasi impercettibile, che collega e mette a confronto passato e presente.

 Lo spettacolo teatrale, che sarà messo in scena domani, domenica 14 aprile alle ore 20.30 nella Cripta del Santuario, è stato presentato, giovedì scorso, alla stampa, all’Urban center di Siracusa, con la moderazione del dottor Carlo Gilistro, pediatra e deputato regionale, da sempre impegnato in azioni di contrasto ai malesseri giovanili, in particolare a quelli scaturiti dall’iper-digitalizzazione, riportandoli alla realtà attraverso l’arte e valorizzandone i talenti.

Lo stesso giorno, infatti, il medico siracusano era stato organizzatore a Palermo, nella sede dell’Assemblea regionale Siciliana, in collegamento con diversi istituti d’istruzione dell’Isola, di un convegno sugli “Hikikomori”, giovani che decidono “di mettersi in disparte”, di isolarsi dal contesto sociale in cui vivono. Condizione spesso preludio di suicidi adolescenziali, diventata un’epidemia in tutto il mondo, a cui trovare un antidoto.

“αἷμα, fino all’ultima goccia- spiega Don Gianluca Gibilisco, che attua con i suoi ragazzi la pedagogia vincente dell’oratorio, per creare aggregazione- vuole infondere speranza ai giovani. Giovani che spesso si chiudono in sé stessi e pensano che le problematiche le vivono solo loro. Attraverso questo spettacolo, dove ci sono due linee temporali, abbiamo da una parte i giovani di oggi e dall’altra quello che è il vissuto di Gesù Cristo di 2000 anni fa, dove ad ogni effusione del sangue di Cristo corrisponde una problematica giovanile, dal bullismo all’aborto. La sfida inizialmente- confessa il prete-   è stata quella di mettere insieme i ragazzi in presenza, allontanarli dai dispositivi digitali, e come dimostrano i fatti sono stati felici di fare questa esperienza, di essersi confrontati. Alla fine di questo spettacolo la sensazione che dovrà prevalere è quella di una rinascita. I giovani devono capire quanto è preziosa la loro vita e quanto preziosi sono agli occhi di Dio e di chi gli sta accanto”.

“Attraverso la pedagogia teatrale dell’evangelizzazione- ha aggiunto Ida Vasta, insegnante e antropologa, membro del gruppo di preghiera adulto- i giovani della Basilica Santuario Madonna delle Lacrime portano in scena possibili situazioni dolorose, che ognuno di noi può attraversare ma nello stesso tempo vogliono condividere un messaggio di speranza perché hanno sperimentato l’essere parte di una comunità educante , in cui è presente una Madre che con il suo sguardo di lacrime è presenza viva e sostegno quotidiano, così da non essere schiacciati dalle storie vissute ma rinascere dalle proprie ceneri”.

Mascia Quadarella

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Giornalista