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Siracusa- Un preludio grato e nostalgico dedicato al maestro Ennio Morricone, eseguito dal giovane pianista Ruben Micieli, un pensiero spontaneo quanto doveroso alla grande attrice e sceneggiatrice Franca Valeri, scomparsi di recente, e poi nel solco degli intramontabili classici della canzone italiana e non solo, ieri sera, sul Colle Temenite la magia della musica si è compiuta, grazie alla felice intuizione del Coro Lirico Siciliano e al valore aggiunto del cantautore Mario Venuti.
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Con “Italian love songs”, spettacolo inaugurato proprio a Siracusa e che sarà replicato il 13 agosto a Tindari, è stata proposta, infatti, una seconda edizione reinventata, “ibrida”, ma sicuramente d’effetto del “Festival Lirico dei Teatri di pietra”.
Un appuntamento, in questa nuova veste eclettica, “leggera”, assolutamente da calendarizzare e rendere ancor più itinerante, magari anche fuori dai teatri, perchè no, nelle piazze delle principali città del Belpaese, alla cui tradizione è stato reso omaggio.
Grazie ad un repertorio “Cantereccio”, che ha aperto il cuore del pubblico, facendovi entrare l’essenza delle note e delle voci “solenni” dei coristi, e con gli “Echi d’infinito”, caldi, sentiti e coinvolgenti, dello special guest Mario Venuti, le ali della spensieratezza si sono spiegate e le memorie sonore, rievocatrici, hanno generato un loop temporale, emozionante, attraverso cui il passato, per incanto, è diventato presente , specchiandosi a sua volta con speranza sul futuro.
Un inno prolungato, accelerato, condiviso, verso la “normalità” da conquistare, dopo un periodo di buio globale, i cui ritmi sono stati scanditi dall’eccelso maestro Francesco Costa, che oltre a dirigere tenori, soprani, contralti , è riuscito a trascinare, con sorprendente ed elegante semplicità ed estrema simpatia, il pubblico, che non ha fatto mancare generosi e meritati applausi.
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Un pubblico che da spettatore è diventato protagonista grazie all’empatia di tutto il Coro, complice anche l’architettura “sotto-sopra” del palco del Teatro greco di Siracusa, “riorganizzato” in maniera impeccabile per renderne sicura la fruizione durante le esibizioni e che ha favorito l’interazione, accorciando le “distanze”.
Sul ritmo di “Funiculì Funiculà”, avvolte dal vapore dello scirocco agostano, anche gli splati lapidei del Teatro Greco sembravano ondeggiare e sorridere. ..d’altronde il maestro Costa aveva premesso e promesso: “Sarà uno spettacolo frizzante”… e lo è stato…un brindisi inebriante di musica e ricordi, che ha reso brilli e felici gli astanti.
Mascia Quadarella