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A Roma le tenaci Partite Iva siracusane: “Siamo orfane dello Stato”

Roma- E’ stata e continua ad essere una gestione della crisi pandemica assolutamente scriteriata. Piuttosto che pensare a sussidi, che tra l’altro non sono arrivati a tutti,  bastava consentire a chi fa impresa di mettere in campo le soluzioni per continuare a farlo, nel pieno rispetto dei protocolli di prevenzione sanitaria. Come? Iniziando, ad esempio, dal consentire agli esercenti pubblici che rispettano tutte le regole di aprire ben oltre le 18.00; a detassare gli immobili ad uso commerciale, a intervenire tra locatori e locatari, a decurtare dalle utenze tutte quelle spese non riferite agli effettivi consumi”.   

A parlare è Barbara Cannata, nota imprenditrice siracusana, che all’inizio del lockdown ha deciso di chiudere, di punto in bianco, il suo locale di ristorazione e d’intrattenimento nel cuore del centro storico aretuseo, per tentare di arginare i danni che la chiusura prolungata avrebbe prodotto, facendola indebitare per sostenere i costi di gestione.

Barbara si è mossa dalla Sicilia giungendo a Roma  in rappresentanza delle “Partite Iva” isolane, che oggi sono state protagoniste nella capitale, assieme a quelle di tutta Italia, di una pacifica manifestazione di protesta.

Se 500 imprenditori ed ex tali ci siamo mossi soltanto dalla Sicilia per fare sentire la nostra voce- dichiara- vuol dire che nessuno degli aiuti promessi è arrivato o è risultato efficace”.

Considerate – ci tiene a precisare- che oggi , fatta salva la nostra osservanza delle norme di distanziamento sociale, le presenze potevano essere molte di più, ma tanti artigiani, commercianti, ambulanti, imprenditori,  non sono qui fisicamente perché, purtroppo, non disponevano dei soldi per affrontare il viaggio, ma sostengono la nostra causa a distanza. ”.

Nel raccontare la sua storia personale, che poi è tristemente simile a quella di altri gestori di pub e locali notturni, ma anche cinema, teatri, palestre, strutture ricettive, la tenace donna dalla chioma rossa definisce le “partite Iva” come “orfane di Stato”, a cui è stato negato il diritto alla “sopravvivenza”.

“Le Partite Iva- ha tenuto a sottolineare la rappresentante siciliana dell’associazione apartitica e libera che si è ramificata in tutto il Paese- costituiamo il motore economico dell’intera nazione. Operando nei singoli territori, dal Nord al Sud, ne preserviamo e promuoviamo l’identità culturale, alimentandone la vocazione turistica, che oggi risulta mortificata, schiacciata, come la dignità delle persone a cui viene negata l’azione di ripresa e di sviluppo”.

A darle manforte in piazza, un altro siracusano, Antonino Butera, il presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro aretusei, portavoce di una categoria professionale che, ogni giorno, tocca con mano i disastri prodotti dall’epidemia, che ha colpito in particolare le  piccole e medie imprese e le ditte individuali .

Effetti diretti o collaterali della gestione dell’emergenza pandemica dai quali non sono rimasti immuni, anzi ne hanno subito gravi ripercussioni, nemmeno liberi professionisti, anch’essi “Partite Iva”, che vanno avanti boccheggiando senza aiuti o garanzie, a parte qualche blando bonus.

“ Non abbiamo nemmeno il diritto di ammalarci- ha sottolineato Butera”.   “Se io da consulente del lavoro contraggo il virus non sono dispensato dalle scadenze e dagli adempimenti, ed i miei clienti, al fine di rispettare le scadenze, devono cambiare professionista o subire la sanzione. Qualcuno ci può rispondere e spiegare  come queste ed altre macroscopiche ed inaccettabili diseguaglianze possono essere accettate in silenzio  in uno Stato civile.? Quindi, oggi tutti noi qui riuniti manifestiamo il nostro disappunto e sgomento verso chi ha attenzioni solo per le Lobby organizzate in centri di altissimo interesse, trascurando noi partite iva.

Nella capitale si è spinto anche il presidente della Consulta civica di Siracusa, Damiano De Simone, anch’egli “Partita Iva”, che ha messo in evidenza le lacune e i ritardi dello Stato a favore di quelle famiglie la cui normalità è stata sconvolta dall’arrivo della pandemia e dalla perdita di lavoro diffusa, che ha generato una depressione sociale senza eguali in epoca contemporanea. La Consulta, infatti, riuscendo a fungere da collante tra diverse realtà di volontariato locale, ha promosso diverse iniziative di solidarietà sociale e mutuo- aiuto.

Mascia Quadarella

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Giornalista