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Pandemia e depressione giovanile, la psicologa: “E’ un’emergenza trascurata”

Siracusa- Chi vive la scuola palpa con mano e grande senso di impotenza, spesso, il disagio provato da tanti bambini e adolescenti , che in questo ultimo anno, caratterizzato dalle restrizioni della pandemia, hanno dovuto rinunciare alla spensieratezza tipica della loro età e sono stati catapultati dentro una “bolla” grigia e soffocante, dentro la quale riescono a boccheggiare grazie alla loro innata resilienza, alla loro riscoperta creatività e nei casi più fortunati grazie al sostegno degli adulti.

Tra i corridoi delle scuole, superiori, in particolare, si vedono spesso giovani in lacrime, in balia dell’ansia, sfiduciati, intimoriti. Negli ultimi 13 mesi hanno imparato a vivere “schermati” e “mascherati”, riescono ad esprimere meglio le loro emozioni digitandole sulla tastiera, ma difficilmente reggono il confronto diretto con gli altri e in troppi hanno dimenticato il valore e la funzione catartica di una risata. I loro sguardi spesso sono smarriti, barcollano e molti crollano, cercano nel vuoto delle speranze un appiglio, una parola di conforto e quella mano che gli deve essere negata per “paura del contagio”. Sono desiderosi di “abbracci”, che non osano chiedere, di rivedere i volti dei loro compagni non a metà, di cominciare a riprogrammare il futuro, che oggi viene percepito come lontano e incerto. Molte scuole si sono attrezzate con dei professionisti per aiutarli a superare questo momento critico, ma le ore sono davvero poche rispetto ai bisogni. La situazione viene affrontata da una psicologa locale, Veronica Castro, di cui vi proponiamo l’analisi, l’appello e il messaggio rivolto ai ragazzi.

Mascia Quadarella

Veronica Castro, psicologa “Non vergognatevi di stare male, chiedete aiuto”

“E’ ormai passato un anno da quando le nostre vite sono state stravolte. Una pandemia mondiale che nessuno era pronto ad affrontare ha cambiato le nostre abitudini e il nostro stile di vita.

La normalità ci sembra sempre più lontana, le nostre risorse interiori sono ormai arrivate al limite, ci stiamo abituando a un distanziamento fisico che spesso è diventato anche distanziamento sociale.

Tutti concentrati sull’emergenza Covid-19 e i vaccini ormai sono la nostra unica speranza. Ma c’è un’emergenza che nessuno vede, eppure è davanti ai nostri occhi.

Sto parlando dell’aumento esponenziale di ragazzi e ragazze che soffrono di disturbi d’ansia, depressione e attacchi di panico: sono le conseguenze sociali del Covid-19 Il virus e le restrizioni e i timori da esso derivanti hanno, in realtà amplificato disagi preesistenti e ne hanno creati di nuovi.

Il mondo fuori non è vissuto più come spazio aperto, dove poter fare esperienza di se stessi e degli altri, come luogo in cui poter sbagliare e fare tesoro dei propri errori.

Tutto ciò che è esterno viene visto al contrario come potenziale pericolo di contagio.

L’uomo è un “animale sociale”, lo diceva Aristotele,  e per stare bene ha bisogno di stare con gli altri.

Questo vale ancor di più quando si parla dei nostri ragazzi perché costruiscono la loro stessa identità personale e sociale attraverso il confronto con il gruppo dei coetanei. E anche questo meccanismo è messo a repentaglio, anche l’amico più caro, infatti, è stato trasformato dal virus in un potenziale “nemico” della nostra salute.

Un conflitto interno costante che oscilla tra il bisogno di stare insieme e la necessità di mantenere le distanze.

Un’ambivalenza che sfocia spesso in difficoltà scolastiche. Attacchi di panico, calo del rendimento scolastico, stanchezza, difficoltà a memorizzare anche semplici concetti, pianto immotivato(apparentemente)e incontrollato, disturbi del sonno e dell’alimentazione ma soprattutto un sentimento di solitudine che pervade ogni aspetto della quotidianità dei nostri splendidi ragazzi.

Paura di ammalarsi ma soprattutto che si ammali qualcuno a cui tengono.

Molti hanno assistito inermi al decorso della malattia e alla morte di persone care.

E non è difficile trovare anche tra i più piccoli, i pre-adolescenti, oltre alle dinamiche precedenti anche pensieri e fantasie che a questa età non dovrebbero neanche sfiorare lontanamente le loro menti.

La vita inizia a non avere senso e non si trova nessun motivo per continuare a vivere.

Ognuno di noi può contribuire a salvare la vita di un’altra persona, non abbiate timore di chiedere aiuto a persone specializzate per voi stessi o per le persone a cui tenete. Non è una vergogna rivolgersi a psicologi, psicoterapeuti o professionisti della salute. Se prendete questa decisione non siete pazzi, malati….siete intelligenti!

Io personalmente, non solo come professionista ma anche come donna, ho sempre ammirato la fascia d’età etichettata in maniera a volte superficiale come adolescenza, e penso anche che dovrebbe essere considerato uno stile di vita a cui ispirarsi.

La ribellione li contraddistingue e dovremmo prendere esempio da loro e ribellarci pure noi ogni singola volta che ci ritroviamo di fronte a ingiustizie e disuguaglianze.

Ai ragazzi e alle ragazze, i figli del mondo, dico : “Vi ammiro perché siete sempre alle prese con il costruire la vostra indipendenza e autonomia ed allo stesso tempo riuscite a trovare nel vostro cuore attenzione per gli altri,  soprattutto per i vostri amici e i vostri familiari.

Vi ammiro perché avete una visione del mondo diversa, più aperta e flessibile. Siete sempre pronti a nuove esperienze ed a dipingere nuovi orizzonti.

E adesso siete tutti costretti a mettere in stand- by tutti i vostri sogni e i vostri desideri.

E questo vi fa soffrire. E fa soffrire pure noi.

Noi adulti non possiamo permettere assolutamente che i nostri ragazzi sprofondino nei meandri oscuri della paura e dello sconforto.

Abbiamo bisogno di voi ragazzi e dei vostri sorrisi, più di quanto voi abbiate bisogno di noi.

Questo è un vero e proprio appello affinché nessuno perda la speranza.

Ricordiamoci sempre che il giorno più bello è quello che non abbiamo ancora vissuto e se proprio dobbiamo trarre insegnamento da questo momento storico è sicuramente quello di apprezzare la normalità quando ci sarà restituita e di dare spazio ai nostri ragazzi e ragazze, molto più di prima, perché se lo meritano dopo tutte queste privazioni a cui sono stati sottoposti.

E anch’io prenderò esempio da voi ragazzi e mi ribellerò a tutto ciò che di negativo c’è stato gettato addosso. Vi sono vicina e sono sempre pronta a darvi una mano per ricostruire insieme il vostro futuro“.

Veronica Castro

foto credit copertina:Canva

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Giornalista