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Melilli, il profumo del sapone all’ombra delle ciminiere. La storia della Famiglia Zimmitti

Melilli- “Il profumo del sapone all’ombra delle ciminiere del petrolchimico”, potrebbe essere intitolata così, oggi, evidenziando l’ “ossimoro olfattivo”, la storia della famiglia Zimmitti, che a Melilli porta avanti dal 1875 l’omonimo saponificio.

All’epoca della sua apertura, il laboratorio si ergeva nell’area collinare a nord di Siracusa, dove il panorama era uno spettacolo incontaminato, fatto degli azzurri del cielo che si fondevano con quelli del mare, senza i fumi inquinanti dell’area industriale, che sopraggiunsero intorno agli anni ’50. Prima di allora, infatti, nel paesino che venera S. Sebastiano, l’aria profumava di buono…e di sano e le gradevoli fragranze,di zagara e limone, saturavano il rione, caratterizzandolo.

 Dentro quel laboratorio, che ha resistito a guerre ed a gravi crisi economiche, gli uomini di famiglia, per diverse generazioni, si sono tramandati gli attrezzi, le ricette e soprattutto i segreti e i “cunti” del trisavolo “Francesco” per produrre quello che per secoli è stato, e probabilmente sempre sarà,  il detergente per antonomasia: il  povero ma ricco “sapone siciliano”.

Il cosmetico “fatto in casa”, all’olio d’oliva prevalentemente (perché era prodotto d’uso comune e più facilmente reperibile)  che per le sue caratteristiche organolettiche e cosmetiche (la cui efficacia è stata confermata dalle ricerche scientifiche) donava luminosità al volto delle nostre nonne e candore al loro bucato, tanto da renderle impermeabili al  richiamo dei prodotti di massa anche oggi, davanti agli scaffali ridondanti di flaconcini invitanti.

L’ultimo dei Zimmitti, Salvatore, però,  aveva deciso di cambiar mestiere, di non onorare la tradizione di famiglia e di non cogliere l’eredità dei suoi avi, dedicandosi ad altro e rischiando di far svanire, con le sue velleità di cittadino del mondo, una tradizione pluricentenaria.

Per fortuna quel profumo, che fin da piccolo aveva intriso le sue narici, come una proustiana “petite madeleine”, gli ha evocato ricordi felici e riesumato l’orgoglio di appartenenza inducendolo a riprendere in mano l’azienda di famiglia, innovandola, nel pieno rispetto della tradizione, ma rendendola appetibile ai nuovi gusti del mercato. Il tutto magnificando i prodotti della terra siciliani: dal latte d’asina, alla zagara dei giardini d’aranci, dal miele di Sortino ai fichidindia di Pedagaggi, introducendo anche quelle spezie di tendenza come la curcuma, lo zenzero, che hanno conquistato le nostre tavole, con i loro effetti benefici.

Fu una sera in grande silenzio e solitudine – racconta- quando varcai la soglia di quel laboratorio trascurato. Vidi quel baule impolverato che avevo avuto in eredità e che non avevo degnato di considerazione. Sentivo nell’atmosfera ancora quel profumo di olio d’oliva, percepivo un richiamo che, ancora oggi, non so spiegarmi. Quella riscoperta degli attrezzi ha segnato l’inizio di un grande amore, l’avvio di un lavoro straordinario di rilancio della nostra attività “.

Ma l’arte saponaria è, appunto arte, per questo alle tradizionali forme geometriche o a lingotto oggi si affiancano piccole chicche della simbologia sicula, dalla Trinacria alle Teste di Moro, trasformati in veri e propri decori-design, che stanno facendo il giro del mondo.

” Il sapone Zimmitti- dice Salvatore- vince sul tempo perché ancora oggi riesce a cogliere i bisogni di tutti, è un prodotto unico, fatto di ingredienti genuini, ha tante benefiche proprietà e tutti lo possono usare, soprattutto i bambini. Ecco perché ho voluto scommettere su questo prodotto, il mio sapone esprime la semplicità, la genuinità, è un buon prodotto che ha tutte le carte in regola per sfidare il terzo secolo e vincere nell’export”.

Il “riluttante” Salvatore oggi, dunque, il profumo di quel laboratorio, che quasi quasi aveva condannato a chiudere i battenti per sempre, ma di cui era da sempre “innamorato”, lo sta inscatolando e  portando in giro per le fiere d’Europa e d’oltreoceano, diventando un piccolo ambasciatore di questo piccolo angolo del Sud-est siciliano.

“Sono a conoscenza – dice- che in Sicilia esistono altri bravi artigiani con questa stessa passione, ma anche loro sono poco conosciuti e valorizzati, mi piacerebbe poterli coinvolgere in un consorzio per promuovere le eccellenze siciliane nel mondo. Approfitto di voi per lanciare questo appello all’unione”.

Se anche tu hai un’azienda di famiglia “storica” di cui raccontarci, per enfatizzare le tradizioni siciliane, scrivici alla seguente e-mail redazione@oranews.net (oggetto: rubrica Recen-Sito)

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