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Disabile siracusano “prigioniero” in casa, la strada su cui sorge è troppo dissestata

Siracusa- Chiuso in casa da 3 anni, dopo che un’ischemia ha paralizzato metà del suo corpo, costringendolo su una sedia a rotelle, perché non può percorrere autonomamente la strada, a dir poco dissestata, su cui sorge la sua abitazione,

Protagonista passivo della triste vicenda è un uomo di mezza età, residente in via Luciano Campisi, nella frazione decentrata di Belvedere, a nord di Siracusa. Un uomo la cui vita è stata stravolta,  prima dal  malore che lo ha colpito  e subito dopo dalla burocrazia.

Burocrazia che, nei meandri dei suoi cavilli e per le notorie lungaggini degli iter, tiene l’uomo “intrappolato” tra le mura domestiche, non tenendo conto del suo grave stato  di disabilità e delle conseguenze, anche sul piano psicologico , che l’isolamento sociale comporta.

Nonostante le sollecitazioni di intervento inoltrate al Comune aretuseo, questo cittadino, infatti, ogni giorno si vede negato un diritto fondamentale, quello  alla Mobilità indipendente, e di fatto rimane prigioniero nella sua abitazione.

L’Ente locale pare che non possa sistemare l’arteria imputata perché al momento non rientrerebbe nel proprio patrimonio viario e si devono aspettare i tempi tecnici necessari all’acquisizione.

” Tempi tecnici- come ci racconta, Sebastiano Bufalino, amico della persona con disabilità e che segue l’evoluzione della storia- che durano da diversi anni. Ed è da troppi anni che questo uomo si vede negare la propria libertà. Quando diventa strettamente necessario farlo uscire, è la moglie a sollevarlo di peso e ad adagiarlo nel sedile della propria macchina, facendo degli sforzi indescrivibili”.

“E’ un uomo che vuole tornare alla normalità- spiega Bufalino- che ha voglia di incontrare gli amici, stare in compagnia, venire a prendere un caffè al bar, ma nemmeno noi con difficoltà o impossibilità motorie riusciamo ad andare a trovarlo, perché con i nostri mezzi elettrici rischieremmo di cappottare”.

E’ un grido d’aiuto che rimane da troppo tempo inascoltato, per questo Bufalino annuncia di voler organizzare con altre persone, che conoscono di persona il problema, vivendolo sulla propria pelle, una manifestazione di protesta davanti al Palazzo municipale del capoluogo.

E non hanno di certo alcun torto a farlo,  visto che a suffragare la loro posizione interviene l’Art. 20 della “Convenzione sui diritti delle persone con disabilità”, che riguarda proprio la “Mobilità personale”.“Gli Stati parti – recita l’articolo- devono prendere misure efficaci ad assicurare alle persone con disabilità la mobilità personale. Con la maggiore indipendenza possibile, nei modi e nei tempi da loro scelti”.

Il Comune di Siracusa, data la priorità di salvaguardare la libertà e la dignità della persona, non riesce ad accelerare i tempi, può derogare così a lungo a quello che l’Onu ha sancito? Ben sappiamo che quando si vuole si può, e qui è urgente fare e al più presto.

Mascia Quadarella

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Giornalista