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44 giorni chiusi in casa per tamponi ed esiti: risolta oggi la disavventura di una coppia di Priolo

Priolo Gargallo- Sono i protagonisti in persona della “disavventura” a raccontarci gli effetti collaterali di un viaggio programmato, prima che il Covid-19 rovinasse i piani di molti e stravolgesse la vita di tutti, a pochi giorni dall’emanazione del decreto con cui il presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, dispose il Lockdown in Italia, per blindare il Paese e ridurre i contagi.

Pochi giorni prima del provvedimento, Maria Chiaramonte e il marito Domenico Sferrazzo, residenti a Priolo Gargallo, erano già partiti, per la precisione il 5 marzo, per raggiungere gli Stati Uniti d’America e il Messico, con rientro programmato per il 20 dello stesso mese. Della chiusura dell’Italia vennero informati dai parenti con una telefonata, mentre per loro all’estero, a parte qualche deviazione negli itinerari e qualche piccolo cambiamento di programma, tutto filò liscio fino alla fine. 

La signora Chiaramonte durante il suo viaggio di marzo 2020

Il vero disagio l’hanno subito, però, al rientro in Sicilia, che è stato per loro davvero “traumatico”. Rispettando le misure di prevenzione, marito e moglie giunti nella propria casa di residenza a Priolo Gargallo si sono messi in “quarantena fiduciaria”, registrandosi il 24 marzo nel portale dedicato dell’Asp di Siracusa, riuscendo a “liberarsi” da quelli che la signora Maria definisce, con un pizzico di ironia, “arresti domiciliari” solo oggi. La loro quarantena (che doveva durare 14 giorni, infatti è finita dopo oltre 40giorni”.  

 “Il 7 aprile- racconta la signora Maria- sarebbe dovuta terminare la nostra quarantena, ma visto che non ci avevano ancora sottoposto al tampone non abbiamo allora potuto riprenderci la nostra vita in mano. Quindi, ho iniziato a inviare e-mail ed a fare telefonate di continuo per contattare il sindaco della nostra città, e anche qualche politico del territorio per denunciare la nostra situazione stagnante, sperando in una sollecitazione più autorevole e qualificata, visto che le nostre andavano puntualmente a vuoto, ma la risposta è stata comunque la stessa: vale a dire a determinare i ritardi era la carenza dei tamponi e dei reagenti fino al  27 aprile, quindi dopo 20 giorni dal termine della quarantena fiduciaria. 

Il 27 mattina, infatti, è arrivata la convocazione per il tampone e ci siamo recati  a Siracusa per eseguirli nei locali dell’ex ONP”. 

Non ci sembrava vero! Dal 30 aprile ho iniziato contattare telefonicamente l’Asp per avere gli esiti ma invece mi sono sempre sentita rispondere che “era presto e che dovevo ancora attendere”.

“ Abbiamo atteso con tanta pazienza- sottolinea Maria Chiaramonte- e finalmente il 5 maggio alle 16.00, con una telefonata, l’Asp ci ha riferito per entrambi  l’esito “NEGATIVO” del test, rassicurandoci che entro un paio di ore ci avrebbero inviato una mail con il risultato ufficiale dell’esame.  Ma non abbiamo ricevuto nulla, così  il 6 maggio mattina, cioè ieri, non avendo ricevuto nessuna comunicazione ho iniziato a chiamare alle 10.00, anche in quel caso mi è stato risposto di attendere la mail che sarebbe arrivata entro le 13.00 dello stesso giorno, ma così non è stato.   Ho segnalato il disservizio persino contattando le forze dell’Ordine. Solo oggi  7 maggio, cioè stamane, dopo aver contattato tantissimi numeri dell’Asp e inviato altre mail, sono riuscita a parlare con l’addetto stampa dell’Azienda sanitaria provinciale, una disponibile signora che si chiama Agata Di Giorgio, che si è premurata di farmi avere la tanta agognata mail, anche se non rientrava nelle sue mansioni. Ha capito il disagio e ci ha molto aiutati”. “Ora- conclude Maria- siamo finalmente liberi di andare a fare la spesa e di muoverci nel rispetto delle misure di legge. Perché vi racconto la mia storia? Per dirvi di non rinunciare ai vostri diritti mai, e  di denunciare disservizi e omissioni”.  

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Giornalista