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Via Cannizzo, un albero di Natale per Renzo e le vittime della strada

Siracusa- Un albero di Natale, di circa 3 metri d’altezza, addobbato con i decori della tradizione, bianchi, rossi e dorati, con al centro una ghirlanda di vimini intrecciato a forma di cuore e una pallina con inciso il suo nome, è stato inaugurato, questa sera, all’angolo di via Bartolomeo Cannizzo, in memoria di Renzo Formosa, il 15 enne siracusano coinvolto, tre anni fa, in quel tratto urbano, particolarmente insidioso, in un incidente che gli fu letale.

Un gesto di vicinanza dell’amministrazione comunale di Siracusa alla famiglia, presente alla cerimonia di accensione delle luci dell’abete natalizio e che ha voluto estendere l’omaggio a tutte le vittime della strada.

“Mio figlio era luce, come quella stella che sovrasta quest’albero che gli è stato dedicato- ha detto con la voce rotta dalle lacrime la madre di Renzo, Lucia Di Franco-. Una luce che è stata spenta, troppo presto, nel pieno del suo splendore, dall’imprudenza altrui. Bene, non smetterò mai di chiedere giustizia per mio figlio e per quanti hanno perso la vita sull’asfalto”.

“Queste cerimonie, che fanno rimanere viva la memoria di mio figlio e che dedico anche a tutti gli altri ragazzi e non che sono stati sottratti all’affetto dei propri cari- spiega Lucia- devono servire anche ad illuminare le coscienze di chi ogni giorno si mette alla guida e deve sentirsi responsabile non solo della propria di vita ma di tutte quelle che incontra lungo il proprio tragitto”.

“Ringrazio- conclude- l’amministrazione comunale ed il sindaco Francesco Italia per il pensiero avuto per nostro figlio, i dipendenti della ditta incaricata che lo hanno addobbato con il cuore e si vede dal risultato e tutte le persone che ci dimostrano affetto”.
“Con Renzo – sottolinea mamma Lucia- per noi era Natale, quindi festa, ogni giorno. Da tre anni su di noi è calato il buio…e non smetterò mai di gridare la mia rabbia e il mio dolore per il gioiello che ci è stato sottratto, troppo presto”…

Le lacrime di Lucia non si fermano, le mascherine mettono in primo piano anche gli occhi lucidi e rossi di tutti gli altri presenti, quel dolore è contagioso…una lama affilata che raggela l’anima.

Inzia a piovere, anche il cielo sembra piangere. Le luci intermittenti brillano e illuminano il sorriso di quel ragazzo che non c’è più. Dall’alto della sua gigantografia, come un angelo dorato, sembra voler confortare la sua mamma e il suo papà.

Mascia Quadarella

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Giornalista