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L’infermiere della video-denuncia in tenuta anti-contagio svela, nella puntata di “Chi l’ha visto”, la sua identità

Siracusa- Ha rivelato la propria identità mettendoci la faccia, senza schermi, durante la puntata di ieri di “Chi l’ha visto” l’infermiere del Pronto soccorso dell’Ospedale Umberto I, protagonista della video-denuncia, definita a pochi minuti dalla sua diffusione in rete “Fake” dall’Azienda sanitaria provinciale.

Asp che, con un comunicato stampa, usando il condizionale, “disconosceva” quello che poi è risultato, invece, un dipendente del nosocomio del capoluogo e persona “Informata dei fatti”.

Marco, così si chiama il professionista, che indossando la tenuta anti-contagio, dalla tenda del pre-triage posto davanti all’ospedale Umberto I, aveva girato un video, manifestando con toni forti i suoi timori, i presunti disservizi nella gestione dei pazienti con sintomatologia riferibile a Covid-19, ma non ancora refertati come positivi (i cosìddetti grigi) e la carenza di dispositivi di sicurezza per proteggere gli operatori sanitari impegnati a contrastare l’emergenza. Un video, il suo, diventato virale, nonostante fosse pare destinato a chat privata e non alla pubblica divulgazione.

Un video, condannabile per alcune parole, ma che ha, suo malgrado, contribuito a smuovere le acque, che si rischiava di far stagnare.

Dalla sua singolare denuncia, ma d’effetto, infatti è poi partito, con maggiore frequenza e incisività, lo sciame di rivendicazioni dei sindacati, delle forze politiche, con l’arrivo di una equipe speciale che avrebbe dovuto prendere in mano la situazione “sfuggita” e sanarla.

Il giovane ha ribadito la sua verità anche ieri, non negando di aver girato il video in un momento in cui la tensione era alta, in giornate in cui le ambulanze trasportavano decine di pazienti, in cui probabilmente si temeva per la propria salute e per quella degli altri.

L’infermiere, duqnue, ha sciolto ufficialmente e definitavente il dilemma sulla sua posizione contrattuale nei confronti dell’Azienda, ha comunicato di essere stato contagiato dal virus.

Incosapevolmente, l’uomo è stato una testa d’ariete, auspicando che, per aver rotto il silenzio, non diventi capro espiatorio e che non paghi un prezzo troppo alto. Intanto, gli auguriamo una prontissima guarigione.

Mascia Quadarella

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Giornalista