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Pachino,Operazione Ras, arrestato presunto omicida di Emanuele Nastasi

Pachino – Risolto dai Carabinieri e dalla Procura di Siracusa, quello che gli americani chiamano un “cold case”, un delitto irrisolto, risalente a 5 anni fa e presumibilmente consumato nel territorio di Pachino, a Sud della provincia aretusea.

Le indagini sono culminate, oggi, nell”Operazione Ras”, così denominata per il ruolo che uno dei due fratelli. presunti omicidi, svolgeva tra le palazzine popolari di via Mascagni, dove risiedeva e tentava di imporre la sua “egemonia delinquenziale”.

                           I fatti

Dalla sera del 4 gennaio 2015 di Emanuele Nastasi, allora 34enne di Pachino, non si ha più alcuna notizia: il cellulare smise di funzionare già prima di mezzanotte e, poco dopo, nell’isolata contrada Campo Reale venne ritrovata la sua autovettura in fiamme. Ma di lui nessuna notizia e nessuna traccia.

Voci, artatamente messe in giro per depistare le indagini, riferivano che l’uomo scomparso si fosse allontanato volontariamente.

Nessuna lettera di addio, né altri indizi che potessero fare pensare alla sua fuga o ad un gesto autolesionistico. Il corpo, peraltro, non è mai stato ritrovato.

                        Le indagini

Un mistero che sembra essere stato risolto, a distanza di cinque anni, grazie all’acume investigativo dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Noto (SR), le cui indagini sono state dirette dal sostituto procuratore Gaetano Bono e coordinate dal procuratore aggiunto della Repubblica Fabio Scavone.

Oggi, infatti, gli inquirenti sanno che Emanuele Nastasi sarebbe  stato ucciso e si conoscono i nomi dei due presunti autori del suo omicidio: i fratelli Rabbiele e Paolo Forestieri.

L’operazione Ras

Questa mattina, infatti, i carabinieri della Compagnia di Noto, coadiuvati da quelli del Nucleo cinofili di Nicolosi (CT) e con l’ausilio di un elicottero del 12° Elinucleo di Catania, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari di Siracusa Salvaotre Palmeri, hanno tratto in arresto Raffaele Forestieri, detto Rabbiele, pachinese di 42 anni, e lo hanno condotto nella casa di reclusione di Noto; Paolo Forestieri, invece, è stato ucciso nel marzo del 2015.

Raffaele, detto Rabbiele, Forestieri

 Una pistola, munizioni e ingenti quantitativi di droga e contanti sequestrati nel quartiere dell’arrestato

I sequestri durante l’operazione Ras dei Carabinieri a Pachino

Durante le perquisizioni eseguite al momento dell’arresto, i carabinieri hanno sequestrato una pistola calibro 7,65 con matricola abrasa, 77 proiettili del medesimo calibro, 16 grammi di cocaina e ben 900 grammi di marijuana, oltre a circa € 1200 in banconote di vario taglio, tutto materiale rinvenuto nelle pertinenze delle case popolari dove vive l’arrestato. Saranno ora svolti specifici accertamenti volti ad attribuire la riconducibilità del materiale sequestrato ed in particolare l’arma sarà inviata al RIS di Messina perché su di essa siano svolti specifici accertamenti dattiloscopici e balistici, utili a stabilire chi ne fosse il detentore e se essa sia stata già utilizzata in qualche evento delittuoso in passato.

  Il movente

La storia della morte di Emanuele Nastasi- stando agli investigatori e agli inquirenti-  si intersecherebbe con il suo stato di tossicodipendenza.

Nell’ultimo periodo della sua vita, infatti, sarebbe noto che Nastasi comprava l’eroina dai Forestieri, Rabbiele, infatti, era pluripregiudicato per reati in materia di stupefacenti, già all’epoca dei fatti.

E sarebbe proprio da un debito di droga, di appena 80 euro, che trarrebbe origine la vicenda.

In particolare, circa una settimana prima della scomparsa, Emanuele Nastasi avrebbe acquistato un quantitativo di eroina da Paolo Forestieri,  per un prezzo concordato di 80 euro, ma la droga era di scarsa qualità e di quantità inferiore rispetto al prezzo pattuito. Emanuele Nastasi, così,  non avrebbe esitato a contestarlo ai suoi spacciatori.

Il suo coraggio e la sua “irriverenza” gli sarebbero stati fatali: aveva osato ribellarsi a Paolo e Rabbiele Forestieri e quest’ultimo sarebbe solito sottomettere i suoi debitori,  incutendo timore con la sola presenza, specie nel complesso delle case popolari di via Mascagni, dove si atteggia a piccolo boss, forte del suo curriculum criminale e della sua pericolosità sociale, ben nota ai locali residenti, traendone profitto dalla consapevolezza della sostanziale libertà d’azione ed impunità per l’omertà e il senso di paura ed oppressione in cui vivono i residenti del complesso. Il materiale rinvenuto e sequestrato questa mattina dai Carabinieri indica il genere di traffici che ruotano intorno alla zona.

Mai trovato il cadavere di Nastasi, vittima, dunque, di “lupara bianca”

Un omicidio al momento senza cadavere, o come si dice in gergo, un caso di lupara bianca: il corpo del giovane Emanuele è stato lungamente cercato, ma invano; sono stati ispezionati vari siti nell’area tra i Comuni di Pachino e Portopalo di Capo Passero, anche unitamente a personale specializzato del Nucleo Speleo-Alpino-Fluviale del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Siracusa.

VIDEO – Operazione Ras, Carabinieri Pachino

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