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Port Authority: Garozzo non perdona lo “sgambetto” di Crocetta

Augusta- “Il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, mi ha segnalato stamattina la pubblicazione, sul sito del Ministero inviandomene il link, del documento formale con il quale il presidente della Regione ha chiesto di individuare Catania come sede dell’Autorità portuale per la Sicilia orientale al posto di Augusta con la contestuale concessione dell’autonomia finanziaria e amministrativa per la durata di 36 mesi. La presenza della richiesta (vedi foto ) è stata già anticipata dall’onorevole Sofia Amoddio, ma ringrazio il ministro per questo gesto che fa luce sulla vicenda e sui passaggi politici e amministrativi che l’hanno caratterizzata.

“Ancora in questa circostanza, il ministro Delrio mi ha confermato il suo convincimento sul fatto che la sede debba coincidere con il ‘porto core’ – quindi con Augusta, così individuato a livello europeo in quanto di gran lunga superiore a Catania per infrastrutture e traffico merci – salvo diverse indicazioni che sono arrivate dalla Regione e alle quali per legge ha dovuto attenersi. Un convincimento che in passato il ministro Delrio mi aveva manifesto, per ben due volte, ma che non si è potuto concretizzare perché diversamente ha deciso il presidente Crocetta.

“Dunque, uno scippo vero e proprio messo in atto ai danni del nostro territorio a dispetto delle norme generali e le cui responsabilità sono ben individuabili. Positivo è il fatto che l’individuazione della sede dell’Autorità coincide con la ripresa degli investimenti, dei quali Augusta beneficerà in misura adeguata, ma resta la forzatura compiuta per fini che presto verranno alla luce e che, guarda caso, coincidono con un periodo decisamente caldo da punto di vista elettorale. Tutte le iniziative che saranno prese per dare ad Augusta ciò che le spetta mi vedranno impegnato e troveranno il mio sostegno”.

“Avevamo iniziato questo ciclo politico-amministrativo inseguendo il sogno delle politiche di area vasta affinché le province di Siracusa, Catania e Ragusa collaborassero, ciascuna per le rispettive vocazioni e specificità, allo sviluppo di tutto il sud-est della Sicilia. In questo senso ci eravamo impegnati davanti al presidente Napolitano firmando un protocollo di intesa. A distanza di tre anni ci troviamo ad occuparci di banali atti di prevaricazione dettati dall’ambizione, che nulla hanno a che fare con l’interesse generale e che non ci aiutano a colmare il ritardo rispetto alle altre aree del Paese”.

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Giornalista