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Vinciullo:Salviamo l’Ias, Regione socio di maggioranza

Siracusa – L’unica soluzione immaginabile, possibile e percorribile per salvare l’Ias, e quindi quanto di positivo è avvenuto fino adesso nella salvaguardia del territorio, è quella di aumentare la presenza della Regione all’interno della società. Lo dichiara l’On. Vincenzo Vinciullo, Presidente della Commissione ‘Bilancio e Programmazione’ all’ARS.

Questa soluzione da una parte salvaguarderebbe l’importante azione di depurazione e bonifica che la società ha svolto fino adesso e dall’altra parte salvaguarderebbe tutti i posti di lavoro, ricorrendo alle “clausole sociali”, di cui all’articolo 69 del d. lgs. 163/2006 per assicurare il mantenimento degli indici occupazionali del personale impiegato nella gestione del depuratore di Priolo.

Come è noto, la partecipazione della Regione è pari al 64,5%, mentre la parte rimanente è divisa fra Priolo Servizi, Esso Italia, ISAB Energia, Comune di Melilli, Comune di Priolo, Sasol, Versalis e IAS.Premesso che sarebbe opportuno che questo 1% in possesso dell’IAS venisse venduto al Comune di Siracusa, che come è noto è uno degli utenti, il problema è che la presenza della Regione al di sotto della soglia dell’80% non consente alla Regione stessa di affidare all’IAS la gestione dei propri impianti che per legge deve essere messa a gara.Nello stesso tempo, ha proseguito l’On. Vinciullo, i debiti che l’IAS ha nei confronti della Regione ammontano a oltre 2.800.000 euro, somme che, pare di capire, non c’è la volontà di versare nelle casse regionali e che di fatto mettono l’IAS in una condizione di incompatibilità con la Regione stessa, in quanto l’ex Consorzio ASI di Siracusa ha dato mandato ad un legale di recuperare le somme ad oggi non versate.Per questo motivo, propongo, e di questo mi farò portatore in considerazione delle nuove disposizioni di legge sulla gestione dei beni appartenenti alla Regione, che il capitale della Regione superi l’80%, cioè, i soci, non essendo nelle condizioni di versare alla Regione quanto dovuto, possono, anzi devono, cedere le proprie azioni alla Regione stessa, la quale Regione, avendo una partecipazione superiore all’80%, così come prevede la legge, può gestire direttamente l’impianto senza necessità di andare in gara, in quanto in questo caso trattasi di società quasi del tutto controllata dalla Regione, rimanendo gli altri soci solo a titolo di soci utenti.

“Come dicevamo – continua Vinciullo, per risanare i debiti che l’Ias ha nei confronti della Regione, per inciso ex Consorzio ASI di Siracusa e IRSAP, si deve innalzare la presenza della Regione, attraverso le sue controllate, di oltre l’80%, in questo modo troverebbe applicazione il comma 1 lettera b) del D.Lgs. 50/2016 “Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture” in modo da considerare la gestione del servizio di depurazione dell’impianto di Priolo quale appalto escluso, nel rispetto della legge appena citata”.

“Per fare tutto ciò, bastano i sei mesi di proroga, in quanto non occorre ricordare a nessuno che il valore delle azioni Ias è già fissato e che i beni che Ias utilizza sono tutti di proprietà della Regione, attraverso le sue controllate.Di conseguenza- conclude il parlamentare regionale-  invito il Presidente della Società e l’Assemblea dei soci a velocizzare il percorso di ampliamento della partecipazione della Regione, oppure a pagare alla Regione quanto dovuto e di applicare la norma sulla riduzione dei componenti del Consiglio di Amministrazione, anche in questo caso nel rispetto della norma sulle società che, ancorché per azioni, sono controllate in modo maggioritario dalla Regione Siciliana, ricordando sempre che l’unica società che, ad oggi, non ha applicato la norma regionale è proprio l’Ias, che pure si permette il lusso di non pagare quanto dovuto alla Regione e quindi ai siciliani”.

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Giornalista