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Statuto Inda, Garozzo replica a Progetto Siracusa

Siracusa- Risponde con serenità il sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, a Progetto Siracusa sulla querelle, a suo dire “squisitamente politica”, sorta sulle ipotizzate grandi modifiche apportate, “in segreto”, allo statuto della Fondazione Inda. Il primo cittadino  rimarca l’opposizione fatta alla sua amministrazione da alcuni esponenti del suo stesso partito supportati da Progetto Siracusa e sul caso Inda, addirittura,  esprime concordanza con l’opinione espressa in merito dalla deputata forzista, Stefania Prestigiacomo.

“Sulla modifica dello statuto della Fondazione Inda -premette il primo cittadino aretuseo-  si stanno accavallando fantasiose ricostruzioni, che se non fossero strumentali farebbero supporre una scarsa conoscenza del lavoro compiuto dal commissario straordinario Pierfrancesco Pinelli”.

“La prima fantasia che si tenta di avvalorare – sottolinea Garozzo- è che il commissario ha inviato formalmente a me e all’assessore regionale al Turismo e spettacolo, Anthony Barbagallo, copia delle modifiche statutarie. Nulla di più falso: l’ingegnere Pinelli si è limitato, per puro rispetto istituzionale, una volta decise le modifiche, ad informarmi sul lavoro svolto e sul tipo di cambiamenti apportati allo statuto. Modifiche che sono molto semplici e che si limitano a chiarire i compiti del consigliere delegato e del sovrintendente: il primo si occuperà della gestione  amministrativa e dei conti della Fondazione; il secondo della scelte artistiche. Né più né meno di quanto accadeva nel primo Cda e che qualcuno nell’ultimo periodo aveva tentato di modificare nella prassi”.

“Non c’è stata, dunque, alcuna trattativa segreta, come si vuole far credere, e non si comprende quale  confronto pubblico avrei impedito. Il commissario dell’Inda, da me richiesto e che deve rendere conto solo al Ministero, si è mosso nell’ambito del mandato ricevuto”.

“Mi sfugge, inoltre, cosa abbia impedito al Consiglio comunale o a qualsiasi altro soggetto, istituzionale e non, di promuovere una discussione pubblica così da trasferire indicazioni all’ingegnere Pinelli prima della decisione finale. Non incombe alcun colpo di mano sulla governance della Fondazione: il commissario si è limitato a rimettere ordine eliminando le sovrapposizioni di ruoli che si erano verificate nell’ultima fase della gestione ordinaria”.

“L’altra fantasia che si vuole alimentare è che lo modifica dello statuto apre la porta a una riforma generale della Fondazione, magari trasferendone la sede altrove. Dico subito che se tale scenario dovesse aprirsi dovranno prima passare sul mio cadavere, a maggior ragione se dovessi essere ancora sindaco o presidente della Fondazione. Tuttavia mi sembra un’ipotesi campata in aria: non può essere lo statuto a modificare l’attuale stato delle cose che, mi permetto di ricordare, è stabilito da una legge dello Stato e che, dunque, solo il Parlamento può cambiare”.

“D’altra parte – continua Garozzo- lo stesso ministro Franceschini chiarisce questo passaggio concludendo la risposta all’interrogazione dell’onorevole Zappulla e che cito testualmente: ‘Concludo rassicurando che, ove in esito dell’esperienza commissariale emergesse l’eventuale esigenza di un intervento normativo, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo si confronterà ampiamente, oltre che, naturalmente, con le Commissioni di merito, con gli Enti locali interessati, nel pieno rispetto delle specificità dell’Istituto’.

“Gli Enti locali interessati sono il comune di Siracusa e la Regione.

“Quanto ai risvolti politici della vicenda, avendo letto ancora stamattina alcune prese di posizione, mi dispiace trovarmi d’accordo con l’onorevole Prestigiacomo (che avendo esperienza della materia parla con cognizione di causa) e non con quella parte dei mio partito che continua a fare sponda con Progetto Siracusa per attaccare l’Amministrazione e il sindaco. Bastava leggere con animo sereno la risposta del ministro per capire come stanno le cose ed evitare di avventurarsi in considerazioni assolutamente infondate che hanno solo il gusto delle strumentalizzazione politica fine a se stessa”.

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Giornalista