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I pensionati siracusani: “Stanchi di essere bancomat, avanziamo servizi”

Siracusa- Presentata questa mattina, nella sede della Cgil, la piattaforma unitaria dei Pensionati di Cgil Cisl Uil territoriali.
I segretari generali- Valeria Tranchina, Vito Polizzi, Sergio Adamo e Salvo Lantieri- hanno fatto il punto della situazione, dopo le assemblee unitarie.

 

Salvo Lantieri, Uilp “Siamo il vero Welfare, stanchi di essere bancomat”

Salvo Lantieri, segretario della Uilp ha aperto il dibattito sottolineando che: “I pensionati non possono continuare a essere usati come bancomat. Perché il Governo si è preso già la tredicesima, chi dice che scendiamo in piazza per pochi euro, fa solo ridere poiché questa è la strada verso una povertà latente. Noi siamo il vero welfare delle famiglie, lo si evince da una ricerca che ha fatto di recente Renato Mannehimer e servirebbe mettere mani agli assegni familiari come si fa in altri paesi d’Europa per migliorare la situazione”.
“ Per questo rivendichiamo certi diritti, attraverso una lotta all’interno del nostro territorio con la manifestazione unitaria di giorno 13 aprile, che vedrà la presenza di tutti i vertici nazionali delle tre organizzazioni sindacali. Serve, dunque, rivendicare certi diritti – ha proseguito Lantieri – Quello alla salute, ad avere Comuni che pensino al tema sociale, il diritto all’autosufficienza, il diritto a essere trattati da cittadini e non da vacche da mungere. Noi rappresentiamo l’83 % a livello nazionale di coloro che versano Irpef a fronte di centinaia di migliaia di evasori fiscali, allora perché noi non abbiamo diritto ad un ospedale o una assistenza sanitaria adeguata? Se il Pronto soccorso non è sufficiente riguarda tutti noi. E le piattaforme che abbiano elaborato hanno avuto un riscontro importante”.

GLI ALTRI TEMI

Delle tre piattaforme elaborate (Inps, Sanità ed Enti Locali) ne hanno successivamente parlato rispettivamente i segretari Sergio Adamo (Uilp1), Vito Polizzi (Fnp Cisl) e Valeria Tranchina (Spi Cgil).

INPS

“Partiamo dal ribadire un concetto: l’Inps è nostro – ha esordito Adamo -. E non ci si può permettere di utilizzarlo come si vuole, perché il Governo ne fa uso a proprio piacimento. C’è un iter burocratico troppo lungo fra domande presentate, verificate e accettate o respinte e naturalmente i pensionati che sono persone sensibili, spesso si scoraggiano. Quindi il rapporto fra istituto e pensionato non è sempre buono e noi lavoreremo per migliorare questo tipo di situazione così come a ridurre drasticamente la differenza che esiste ancora oggi fra l’assistenza e la previdenza”.

SANITA’

. “Esordisco sottolineando un episodio che ci vide coinvolti nel 2017 – dice Polizzi – quando fummo ricevuti da Papa Francesco che definì i pensionati come dei profeti, ovvero coloro i quali si fanno carico delle istanze e le portano a compimento. Ebbene aveva ragione. Abbiamo elaborato una piattaforma sulla Sanità che è complessa perché complessi sono i bisogni della gente e difficile è, in Italia, far rispettare la legge 833 della riforma sanitaria. Al Pronto soccorso registriamo continue aggressioni ai medici, ci sono superticket da eliminare e occorre restituire il diritto di ricevere le cure sanitarie nel territorio in cui si vive perché è molto costoso andare fuori: ovviamente però serve una sanità di qualità e tempi di attesa per i quali l’Asp si giustifica dicendo che c’è mancanza di personale. Noi abbiamo aperto un dialogo con l’Asp affinché si impegnino a utilizzare fondi per incentivazione e straordinario e ridistribuire turni giornalieri in maniera più funzionale. Sul tema dell’assistenza e la sussidiarietà ai pazienti, abbiamo chiesto all’Asp di affidare alle nostre associazioni che operano nei sindacati, il servizio. Anche il problema dei posti letto non è da sottovalutare e abbiamo chiesto che vengano rispettati gli standard previsti in riferimento alla popolazione e non al budget. Tornando ai Pronto soccorso e i Pta chiederemo di dotare questi presidi di un medico in più solo per i codici bianchi e verdi e fare in modo che ci siano più Pta: Siracusa ad esempio ha 6 quartieri, perché non prevedere una guardia medica per quartiere?”.

ENTI LOCALI

Si è parlato – a proposito di sanità ma anche di enti locali e rapporto fra Comuni – di nuovo ospedale e la necessità di ascoltare l’intera provincia al fine di trovare una ubicazione idonea per tutti, facilmente raggiungibile senza code interminabili. Lo fatto Polizzi ma lo ha ribadito anche Tranchina che parlando poi della piattaforma sugli Enti locali ha aggiunto: “Ci poniamo con una piattaforma di dialogo e di confronto, non rivendicativa. Mettiamo a disposizione esperienza e competenza e sappiamo che non sempre negli enti locali, nei Comuni in particolare, ci sia stata o c’è tutt’oggi, la necessaria esperienza e competenza. Perché si perdono troppe occasioni e finanziamenti. Ai Comuni sono mancati in questi anni e ciò ha contribuito a bloccare formazione e istruzione. Ed è successo che spesso il privato abbia prevaricato sul pubblico, a danno della collettività. E’ per questo che nel dialogo con i Comuni stiamo provando a chiedere loro di fare un passo avanti, di assumere la governance. Perché solo così sarà possibile migliorare le condizioni di vita del cittadino, dell’anziano in particolare. Parliamo di sicurezza del territorio, per cui occorre un servizio d’ordine e di volontariato che tuteli tutto ciò. Oggi si sopravvive con una pensione media di 650 euro solo se hai una casa di proprietà a patto che questa non incida negli indicatori economici e dunque si paghino tasse su tasse anche su un bene proprio. E in questo i Comuni devono fare la propria parte, così come attivarsi per mettere a disposizione navette per il servizio pubblico. Anche questo significa guardare ai veri bisogni della gente, ci sono flussi migratori che non sono in entrata ma soprattutto in uscita. Noi mandiamo tutto ciò che c’è di attivo e produttivo lontano da qui, quando invece i Comuni potrebbero creare presupposti visto che di recente non sono stati sfruttati nove milioni per i 4 distretti socio-sanitari, che viceversa attraverso progetti con figure professionali adeguate, creerebbero le condizioni di lavoro. E parliamo di un solo fondo a livello nazionale, quando sappiamo che ne esistono altri per i quali, se intercettati attraverso progetti, migliorerebbero la qualità della vita di tutti”.

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Giornalista