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Viaggio emozionale nella storia della musica italiana con Mogol e Mazzei ieri al teatro comunale di Siracusa

Siracusa- Il teatro Massimo comunale di Siracusa, ieri sera, si è trasformato in un sontuoso vagone Liberty che, da fermo, ha offerto un viaggio transgenerazionale nella storia della musica italiana, con impresso il prestigioso ed inimitabile marchio di Mogol. L’autore di testi universali, che non conoscono i limiti del tempo, ha intrattenuto insieme a Ugo Mazzei, cantautore e musicista siracusano di grande talento e carisma, il  pubblico della platea e dei palchetti. Uomini e donne di ieri e di oggi che, ascoltando le canzoni di maggiore successo di Mogol e accompagnandone l’interprete siciliano e la sua eccelsa band, con cori più che spontanei, hanno visto scorrere dal vivo le colonne sonore che hanno fatto da sfondo “interattivo” a diversi momenti delle loro vite, arricchendole di emozioni e di “verità”. Le composizioni di Mogol lasciano segni indelebili, non sono incastri sintattici scontati e orecchiabili, ma “le parole” raccontano, in alchemica successione, storie di persone e non di personaggi, un po’ come l’autore ha fatto ieri sul palco, ricordando i suoi colleghi scomparsi, da Lucio Battisti a Mango, mettendone in risalto più che le doti artistiche quelle umane.

Mogol è un giovane ultraottantenne, con un entusiasmo invidiabile e saggezza da Nobel, destinato a vivere all’infinito, e che sembra non avere, forse per questa sua annunciata “immortalità”,  paura della “fine”, che esorcizza con la sua positività contagiosa.

Una dimensione ultraterrena, l’aldilà, secondo Mogol, che a volte consente di interloquire con questa, attraverso segni, come l’arcobaleno: un ponte evanescente che fa sentire ai vivi- in un aneddoto dallo stesso raccontato – la presenza dei morti, creando un effimero, ma percettibile, contatto.

Un inno all’amore, il contrasto alle delusioni, l’invito a non mollare, l’impulso a migliorarsi, la luce nel buio, i messaggi di Mogol insegnano a “respirare” la vita, a coglierne le vibrazioni, le stesse che lui intende trasmettere a chi lo ascolta ma anche a chi vuole intraprendere la sua carriera.

Realista emozionale, Mogol ammette che il grande problema per i giovani promettenti della musica contemporanea rimane la  promozione. Anche se c’è chi è riuscito azzardando, innovando la tradizione, a creare un nuovo genere, come  il Jazz siciliano del  maestro Santi Scarcella,  che ieri ha offerto un assaggio del suo originale repertorio.

Quello di ieri, inserito nella rassegna natalizia “Teatro in festa”,  non è stato il solito “grande” spettacolo, un evento finalizzato  all’intrattenimento o a far cassa, bensì una “parabola”, sintetizzata in quasi due ore,  con la sua profonda morale.

Un’occasione per “rieducare” il pubblico di Siracusa a gustare la grande Cultura, quella fatta di genialità e umiltà, quella che insegna e libera la creatività costruttiva, quella che supera la polemica (“Non tutti i posti a sedere del teatro erano occupati”, infatti ha commentato qualcuno, dai social, per una presenza d’eccellenza) e rilancia la posta, per inseguire  il ” successo”: che la città merita.
Mascia Quadarella

 

 

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Giornalista